Blockchain Australia, un'associazione che rappresenta l'industria locale delle criptovalute, ha avvertito che il paese è rimasto indietro sul fronte normativo a causa di chi continua a comparare il settore crypto al "selvaggio west."

L'associazione è stata proattiva nel suo impegno con lo Stato negli ultimi mesi, mentre il governo continua a rivedere il futuro della blockchain, della fintech e della regolamentazione attinente nel paese.

La scorsa settimana, davanti al ristretto comitato del Senato all'Australia as a Technology and Financial Centre, il CEO di Blockchain Australia Steve Vallas ha affermato che l'associazione resiste fortemente all'idea che il settore crypto sia "un po' un selvaggio west" ed è spesso stato "chiesto affinché i regolatori si impegnino con noi”. Tracciando l'emergere della narrativa al boom delle ICO del 2017/18, Vallas ha accusato il governo di rispondere al fenomeno con un approccio temporeggiante ed eccessivamente passivo:

“Il panorama […] oggi è completamente diverso. In Australia, non assistiamo ad euforia per le ICO, né tantomeno vediamo i regolatori a proprio agio nel permettere che ciò accada di nuovo. Siamo di fronte ad un nuovo scenario, ma la narrativa è persistita. [...] Quando le persone non capiscono il settore, la tendenza è quella di additarlo come 'selvaggio west', incolpando attori nefasti e cattivi.”

L'argomentazione di Vallas è stata ampiamente ripresa da Michael Acima, un partner dello studio legale australiano Piper Alderman, specializzato in diritto digitale con un focus su fintech, regtech, blockchain e industria degli asset digitali. A differenza di Vallas, tuttavia, Acima ha tracciato uno stretto parallelo tra il ritardo normativo australiano e la situazione in altre giurisdizioni, in particolare negli Stati Uniti. Riguardo quest'ultimo, relativamente ai crimini legati agli exchange di criptovalute, ha affermato che chi di dovere stia efficacemente "leggendo le foglie di tè per cercare di capirne qualcosa".

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Dopo Vallas e Acima, Chloe White, amministratore delegato di Genesis Block, ha dichiarato al comitato che il governo australiano ha concentrato le sue energie sull'industria in modo intermittente e in gran parte in periodi di euforia generale. Invece di concentrarsi sul settore durante i periodi di quiete, i politici locali non sono riusciti a sviluppare "una vera comprensione dello spazio e della sua traiettoria" e sono rimasti "in una posizione molto reattiva per quanto riguarda la consulenza e l'analisi politica", ha affermato White.

All'inizio di quest'anno, il senatore conservatore australiano Andrew Bragg ha sostenuto che l'Australia dovrà introdurre normative migliori per gli asset digitali se il paese aspira a "rimanere all'avanguardia" e promuovere l'innovazione tecnologica e finanziaria.