Durante la Tel Aviv FinTech Week 2023, Yoav Soffer – consigliere del vicegovernatore della Banca d'Israele – ha affrontato il tema delle Central Bank Digital Currency (CBDC) e la possibilità di usare questa tecnologia per rendere i pagamenti transfrontalieri più efficienti.

Soffer ha rilasciato tali dichiarazioni dopo che la Bank for International Settlements (BIS) ha concluso la propria ricerca sui pagamenti internazionali tramite CBDC (Project Icebreaker), condotta in collaborazione con le banche d'Israele, Norvegia e Svezia.

Soffer, il quale è anche Project Manager del programma CBDC per la Banca centrale d'Israele, ha affermato che i pagamenti interni sono ormai "semplici, convenienti ed economici," ma lo stesso non vale per le transazioni internazionali:

"Secondo il Consiglio per la stabilità finanziaria, spesso i pagamenti transfrontalieri presentano costi elevati, bassa velocità, accesso limitato e trasparenza insufficiente."

Soffer ha evidenziato che i pagamenti in CBDC possono invece richiedere meno di due minuti: questo modello ridurrebbe notevolmente i costi delle transazioni internazionali.

Yoav Soffer sul palco della Tel Aviv FinTech Week 2023. Fonte: Cointelegraph

Inoltre, le CBDC non necessitano di particolari requisiti tecnologici. Una volta realizzato un prototipo, sarà molto semplice per le varie nazioni aderire al progetto:

"Una volta realizzata una struttura per 3 Paesi, non sarà difficile espanderla a 180 Paesi. Pertanto, è anche molto scalabile."

Tuttavia, nell'impiegare un tale programma, dovrebbero essere presi in considerazione modi per fornire liquidità ai provider di CBDC e integrare agilmente nuove politiche. Anche la privacy rappresenta una priorità per il team della Banca d'Israele.

Nonostante oltre un centinaio di nazioni stiano attualmente studiando il potenziale delle CBDC, i pareri su queste valute digitali sono contrastanti. Alcuni apprezzano le funzionalità offerte dalla nuova tecnologia, come transazioni internazionali rapide ed efficienti; altri temono che potrebbero fornire ai governi un eccessivo controllo sulle attività finanziarie dei consumatori.