Come riportato in data 17 gennaio dal portale d'informazione Diario Bitcoin, in futuro i cittadini cileni dovranno segnalare i profitti generati con criptovalute all'Agenzia delle Entrate (SII) del paese.
Nel 2018, la SII aveva stabilito che le monete digitali non sarebbero state soggette ad alcuna imposta sul valore aggiunto, ma dovevano comunque essere considerate durante il calcolo annuale del reddito, in quanto rientrano nella definizione di bene immateriale.
Per tale motivo, nel prossimo modulo per la dichiarazione annuale del reddito sarà anche presente, per la prima volta, una speciale sezione dedicata a "altri profitti, propri o di terze parti, proveniente da aziende che segnalano le entrate ma non un resoconto contabile completo".
Per quanto non venga esplicitamente spiegato all'interno del modulo, un comunicato rilasciato lo scorso anno dall'SII sottolinea che i cittadini dovrebbero riportare i profitti generati grazie alla vendita di monete straniere e criptovalute proprio in questa sezione.
Ad aprile, gli exchange cileni di criptovalute BUDA, Orionx e CryptoMKT presentarono una richiesta d'appello in tribunale contro le banche che avevano deciso di chiudere i conti delle piattaforme. Al tempo la comunità cilena aveva lanciato su Twitter la tag #ChileQuiereCryptos (#CileVuoleCrypto), per supportare l'industria e preservare l'abilità dei cittadini di acquistare e scambiare monete digitali.