Come riportato il 9 marzo da China Daily, Il Governatore della People’s Bank of China (PBoC) Zhou Xiaochuan ha affermato in una conferenza stampa che le autorità non hanno intenzione di emettere una moneta digitale nazionale e non riconoscono il Bitcoin come un metodo di pagamento legittimo.

Zhou ha espresso francamente il parere della PBoC:

 

"Al momento non riconosciamo il Bitcoin e altre valute digitali come metodo di pagamento al pari di banconote, monete e carte di credito. Il sistema bancario non lo consente. "

Durante una conferenza stampa al Congresso Nazionale del Popolo che si tiene ogni anno, Zhou ha affermato che la PBoC "deve prevenire danni sostanziali e irreparabili" all'economia domestica. Allo stesso tempo, ha dichiarato che la moneta digitale è destinata a prendere il posto del contante e che il suo sviluppo è "tecnologicamente inevitabile".

Anche se la PBoC è stata attiva nel monitoraggio dello sviluppo delle tecnologie Blockchain e distributed ledger, Zhou ha aggiunto che alcune applicazioni di tali tecnologie dovrebbero essere controllate per garantire che non si propaghino troppo velocemente:

"Se dovessero diffondersi troppo rapidamente, le Blockchain potrebbero avere un impatto negativo sui consumatori. Potrebbero anche avere effetti imprevedibili sulla stabilità finanziaria e sulla trasmissione della politica monetaria".

A febbraio, la Bank of China, altro ente statale, ha depositato un brevetto per una soluzione di scaling basata su Blockchain.

Pechino continua a far guerra alle criptovalute decentralizzate come Bitcoin, con la messa al bando delle Initial Coin Offerings (ICOs) di settembre 2017 e le continue repressioni del trading privato. Il mese scorso, la Cina ha aggiunto gli exchange stranieri e i siti web ICO alla blacklist del suo "Great Firewall".

Tuttavia, come riportato il 7 marzo da Cointelegraph, le aziende continuano a lottare contro lo status quo e a mantenere i collegamenti con l'industria delle criptovalute sia in patria che all'estero.