Edward Evenson, responsabile dello sviluppo aziendale di Braiins, società madre di Slush Pool, ha svelato che un gran numero di macchine per il mining di Bitcoin, equivalenti all'intero hash power del Québec, si stanno spostando dalla Cina al Nord America e all'Europa:
"Per chi fosse interessato alle notizie sul mining di Bitcoin provenienti dalla Cina.
I proprietari di macchine per il mining da 300-400MW ci hanno contattato, per aiutarli a distribuire questi dispositivi in Nord America e in alcune parti d'Europa. Alcuni hanno anche iniziato a spedire macchine in Kazakistan."
For those interested in the #Bitcoin mining news coming out of China
— Edward Evenson (@WillHash4Coins) May 27, 2021
I’ve had 300-400 MW of mining machines contact me to help them distribute their machines across NA and some parts of EU. Some have also begun shipping machines to Kazakhstan.
Per comprendere la portata di questo spostamento, Jonathan Côté di Hydro-Québec ha recentemente svelato a Global News Canada che le 90 strutture per il mining attualmente presenti in Québec consumano complessivamente 400 MW.
La decisione del governo cinese di reprimere le operazioni di mining a causa di preoccupazioni ambientali (e probabilmente anche per rafforzare il futuro yuan digitale) ha innescato una rapida evoluzione nel panorama del mining di Bitcoin.
Secondo le stime del Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index (CBECI), lo scorso mese la Cina rappresentava il 65% dell'hash rate globale di Bitcoin. Il recente divieto ha tuttavia spinto molte grandi società di mining a cessare le operazioni nel Paese: fra queste anche BTC.TOP, che rappresentava circa il 2,5% dell'hash rate complessivo del network.
Oltre ad aver causato una svendita di hardware per il mining in tutta la nazione, il divieto ha anche accelerato i piani di diversificazione geografica dei produttori cinesi come MicroBT e Bitmain:
"Già da qualche tempo queste aziende erano interessate ad avere operazioni più distribuite geograficamente. Gli eventi recenti hanno semplicemente accelerato il processo."
Questi avvenimenti stanno pian piano riducendo il controllo della Cina sull'hash rate di Bitcoin, un risultato che i miner di Bitcoin con sede negli Stati Uniti stanno tentando di ottenere da ormai oltre un anno. Inoltre, ciò potrebbe aumentare l'efficienza energetica delle attività di mining.
Durante un intervento sulla CNN, Michael Saylor di MicroStrategy ha così commentato la notizia
"Penso che stiamo assistendo a una dinamica che porterà parecchio hash power negli Stati Uniti e in altre parti del pianeta."
"'Bitcoin è il più grande utilizzatore di energia rinnovabile al mondo. Nella storia del mondo!'
Michael Saylor, CEO di MicroStrategy, dice la sua sulla repressione delle crypto in Cina, sul divieto del mining in Iran, e su come avere azionisti felici."
"#Bitcoin is the greatest customer for renewable energy in the world. In the history of the world!"@michael_saylor CEO @MicroStrategy weighs in on China’s #crypto crackdown, Iran’s ban on #mining, and having happy shareholders.
— Julia Chatterley (@jchatterleyCNN) May 27, 2021
PART 2 pic.twitter.com/hpxv6OaXby
Negli ultimi anni, grazie al basso costo dell'elettricità nella regione, il Québec è divenuto un importante centro per il mining di Bitcoin: "dozzine" di grandi operazioni di mining dipendono dalla produzione di energia idroelettrica della provincia canadese.
Côté di Hydro-Québec ha spiegato che l'estrazione di BTC in Québec, basata completamente su energia pulita, rappresenta una grande vittoria per il settore:
"Se queste società intendono minare usando energia rinnovabile qui invece che in Cina, dove si utilizza principalmente carbone, possiamo decarbonizzare parte di questa industria."