Stando a quanto riportato in data 5 giugno dal portale d'informazione Financial News, la Banca Popolare Cinese ha sviluppato un sistema basato su blockchain per la digitalizzazione degli assegni cartacei. Tale piattaforma mira a combattere le frodi finanziare e a ridurre le spese legate al processo di stampa.

Di Gang, un dirigente della divisione dedicata allo studio delle monete digitali, ha rivelato che il progetto è in sviluppo da circa un anno. L'uomo ha inoltre dichiarato che gli assegni verranno "tokenizzati", e tutte le operazioni saranno portate a termine utilizzando contratti intelligenti.

Gli sviluppatori del sistema sottolineano che l'algoritmo di consenso della piattaforma soddisfa i requisiti di tempestività richiesti dai moderni servizi finanziari. Il meccanismo di fatturazione digitale permette infatti tempi di transazione di appena tre secondi, e assicura che ogni scambio venga effettivamente portato a termine senza alcuna manomissione.

Storicamente il governo cinese ha adottato un atteggiamento di forte scetticismo nei confronti delle criptovalute, vietando sia Initial Coin Offering (ICO) che lo scambio di monete. Ultimamente le autorità del paese hanno tuttavia cominciato ad interessarsi a questa tecnologia: lo scorso anno infatti la Cina è stata la nazione che ha registrato il maggior numero di brevetti legati al settore blockchain.

Durante una conferenza organizzata dall'Accademia Cinese delle Scienze, il Presidente Xi Jinping ha lodato pubblicamente la blockchain, definendola un perfetto esempio di "tecnologia di nuova generazione" che porterà a notevoli passi avanti in futuro.

"La prossima generazione di tecnologie informatiche, rappresenta da intelligenze artificiali, elaborazione quantistica, comunicazione mobile, internet of things e blockchain, porterà a numerose innovazioni".