Secondo la Bank for International Settlements (BIS), la crescente adozione delle criptovalute potrebbe rappresentare un rischio per il sistema finanziario tradizionale e aggravare la disparità economica.
In un rapporto pubblicato il 15 aprile, la BIS avverte che il numero di investitori e il volume di capitali nel settore delle criptovalute e della finanza decentralizzata (DeFi) hanno “raggiunto una massa critica”, rendendo la protezione degli investitori una questione “di grande rilevanza per le autorità di regolamentazione”.
Le dimensioni del mercato crypto indicano che le autorità dovrebbero preoccuparsi della “stabilità al di là del ruolo che possono avere per la TradFi e l'economia reale”, afferma il rapporto, sottolineando il ruolo delle stablecoin, che secondo la BIS sarebbero “diventate il mezzo attraverso il quale i partecipanti trasferiscono valore all'interno dell'ecosistema”.
La relazione auspica una regolamentazione mirata delle stablecoin in materia di stabilità e requisiti patrimoniali, che garantisca il rimborso in dollari statunitensi in caso di “condizioni di mercato difficili”.
Il documento fa seguito all'approvazione, da parte della Commissione per i servizi finanziari della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, della legge STABLE (Stablecoin Transparency and Accountability for a Better Ledger Economy), con 32 voti favorevoli e 17 contrari, avvenuta il 2 aprile.
Il STABLE Act mira a istituire un quadro normativo chiaro per le stablecoin denominate in dollari, ponendo l'accento sulla trasparenza e sulla protezione dei consumatori.
Il 13 marzo, il GENIUS Act, acronimo di Guiding and Establishing National Innovation for US Stablecoins, è stato approvato dalla Commissione bancaria del Senato con 18 voti a favore e 6 contrari. Il provvedimento mira a stabilire linee guida in materia di collateralizzazione e a imporre agli emittenti di stablecoin il pieno rispetto delle leggi antiriciclaggio.
Le criptovalute potrebbero aggravare il divario economico
La BIS ha inoltre espresso preoccupazione per il modo in cui i mercati delle criptovalute potrebbero aggravare la disparità di reddito, consentendo agli investitori più grandi di trarre vantaggio dall'emotività dei partecipanti retail meno esperti, com'è avvenuto durante il crollo di FTX nel 2022.
“Con il crollo dei prezzi nel 2022, gli utenti hanno effettivamente aumentato i volumi di scambio“, rileva il rapporto. "L'aspetto più preoccupante è che i grandi detentori di Bitcoin (’whale”) hanno venduto mentre i piccoli investitori (“krill”) acquistavano".
“Ciò implica che il mercato delle criptovalute, spesso presentato come un'opportunità per una crescita inclusiva e la stabilità finanziaria, può essere un mezzo per ridistribuire la ricchezza dai più poveri ai più ricchi”.
Il rapporto conclude che DeFi e TradFi hanno fattori economici sottostanti simili, ma le “caratteristiche distintive” della DeFi, come gli “smart contract e la componibilità”, presentano nuove sfide che richiedono interventi normativi proattivi per “salvaguardare la stabilità finanziaria, promuovendo al contempo l'innovazione”.
Traduzione a cura di Walter Rizzo