Secondo gli esperti di regolamentazione e i leader del settore delle criptovalute, l'industria potrebbe ancora trovarsi ad affrontare problematiche legate al debanking negli Stati Uniti, nonostante la recente ondata di provvedimenti legislativi positivi.
Come è noto, il crollo delle banche crypto-friendly avvenuto a inizio 2023 ha innescato le prime avvisaglie dell'Operation Chokepoint 2.0. I critici, tra cui il venture capitalist Nic Carter, l'hanno descritta come un tentativo del governo di esercitare pressioni sulle banche per indurle a tagliare i ponti con le società crypto.
Nonostante le numerose delibere favorevoli alle criptovalute emanate dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, tra cui l'ordine del 7 marzo di impiegare i Bitcoin (BTC) sequestrati nei processi penali del governo al fine di istituire una riserva nazionale, il settore potrebbe ancora trovarsi ad affrontare problemi di natura bancaria.
“È prematuro sostenere che il debanking sia finito”, sostiene Caitlin Long, fondatore e CEO di Custodia Bank. Long è intervenuta durante il programma quotidiano di Cointelegraph Chainreaction in onda su X il 21 marzo:
“In questo momento la Fed sta esaminando due banche crypto-friendly, spedendo un esercito di esaminatori in ognuna, inclusi gli ispettori di Washington: si tratta di un vero e proprio schieramento pronto a soffocare le banche”.
“La Fed è un'eccezione e la Fed è ancora controllata dai democratici”, spiega Long, aggiungendo:
“Trump non avrà la possibilità di nominare un nuovo governatore della Fed fino a gennaio. Di conseguenza, possiamo intravedere le briciole che conducono a una battaglia potenzialmente importante. Perché se l'OCC e la FDIC ribaltano le loro linee guida anti-crypto, ma la Fed non lo fa, cosa ci rimane?”.
La Custodia Bank di Long è stata ripetutamente presa di mira dagli interventi di debanking degli Stati Uniti, costati all'azienda mesi di lavoro e “un paio di milioni di dollari”, precisa.
L'indignazione dell'industria per il presunto debanking ha raggiunto un picco in seguito a un'azione legale condotta da Coinbase a giugno 2024, la quale ha reso note le lettere che dimostrano che le autorità di regolamentazione bancaria statunitensi abbiano richiesto ad alcune istituzioni finanziarie di “sospendere” le attività di crypto-banking.
Consulente normativo blockchain: Crypto debanking è il più grande ostacolo operativo nell'UE
Secondo Anastasija Plotnikova, cofondatrice e CEO della società di regolamentazione blockchain Fideum, il debanking delle criptovalute costituisce una delle maggiori sfide per le aziende europee del settore.
“Viviamo nel 2025 e il debanking è ancora tra i principali ostacoli operativi sia per le piccole che per le grandi imprese crypto”, dichiara Plotnikova, aggiungendo:
“Il crypto debanking è un problema anche qui nell'UE. Ho assistito alla chiusura dei miei conti nel 2017, 2018, 2019, 2021 e 2022, ma il 2024 è stato un anno positivo. Operativamente tali problemi sussistono sia per gli utenti che per le società di criptovalute operative”.
I commenti giungono due settimane dopo la mitigazione della posizione dell'Office of the Comptroller of the Currency (OCC) degli Stati Uniti su come le banche possono impegnarsi con le criptovalute, a poche ore dalla promessa del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di porre fine al prolungato giro di vite che limita l'accesso delle imprese crypto ai servizi bancari.
Le considerazioni di Trump sono emerse durante il Crypto Summit tenutosi alla Casa Bianca, durante il quale ha dichiarato ai leader del settore di voler “porre fine all'Operation Chokepoint 2.0“.
Fonte: Elon Musk
Secondo quanto riportato da Cointelegraph a novembre 2024, almeno 30 fondatori di aziende tecnologiche e di criptovalute sono stati “segretamente esclusi dai servizi bancari” negli Stati Uniti nell'ambito dell'Operation Chokepoint 2.0.
Traduzione a cura di Walter Rizzo