Mentre continua a crescere l’opposizione al nuovo regime fiscale sulle criptovalute in Corea del Sud, il ministro delle finanze Hong Nam-ki ha confermato che a partire dal prossimo anno il governo inizierà a tassare le plusvalenze realizzate dal trading di criptovalute.
“È inevitabile, dovremo imporre tasse sulle plusvalenze realizzate dal trading di asset virtuali,” ha affermato il ministro. Il commento, citato da Reuters martedì, è arrivato dopo una domanda sulla potenziale proroga della tassa fino a quando lo Stato non avrà predisposto l’adeguata supervisione del settore.
Hong ha sottolineato che le criptovalute, tra cui Bitcoin (BTC), verranno tassate come “asset immateriali,” sottolineando che considerarle valute sarebbe un “fraintendimento.” Inoltre, il ministro ha avvertito che il trading di criptovalute è vulnerabile a nuove forme di raccolta fondi illegali e frodi, esortando gli investitori a rimanere vigili nelle proprie decisioni d’investimento.
Come segnalato in precedenza, a luglio 2020 i legislatori sudcoreani hanno proposto inizialmente una tassa del 20% sulle plusvalenze da trading di crypto, annunciando che a partire da ottobre 2020 qualsiasi guadagno annuale superiore a 2,5 milioni di won (2.200$) sarà soggetto all’imposta. Verso la fine del 2020, il governo sudcoreano ha ufficialmente posticipato al 2022 il nuovo regime fiscale sui profitti derivanti da crypto, in seguito a forti critiche e opposizione da parte lobbisti crypto locali.
Di recente, infatti, il primo ministro entrante sudcoreano Kim Boo-kyum ha promesso che studierà il regime fiscale crypto per assicurarsi che i trader ricevano un trattamento equo.