Il 13 dicembre sarà probabilmente ricordato come un "lunedì di sangue," dopo che Bitcoin (BTC) ha perso il supporto a 47.000$, e a seguire le altcoin hanno ritracciato di ben il 25% nel giro di pochi istanti. 

Quando il movimento si è verificato, gli analisti si sono domandati se la correzione dell'8,5% di Bitcoin fosse direttamente collegata al meeting del Federal Open Market Committee (FOMC), prevista per oggi 15 dicembre.

Gli investitori temono che la Federal Reserve inizierà il tapering, che comporterebbe una riduzione del programma di riacquisto delle obbligazioni della Federal Reserve. La logica è che una revisione dell'attuale politica monetaria avrebbe un impatto negativo sugli asset più rischiosi. Nonostante non ci sia modo di accertare tale ipotesi, Bitcoin rimane in positivo del 67% dall'inizio dell'anno a oggi. Pertanto, ha perfettamente senso per gli investitori intascare i profitti evitando le incertezze del mercato, in correlazione all'attuale correzione di BTC.

Prestazioni settimanali delle principali criptovalute al 13 dicembre. Fonte: Nomics
Prestazioni settimanali delle principali criptovalute al 13 dicembre. Fonte: Nomics

Sebbene Bitcoin abbia ritracciato dell'8,2% nell'ultima settimana, ha sovraperformato il più ampio mercato delle altcoin. Questo è in netto contrasto con gli ultimi 50 giorni, dato il crollo della quota di mercato (dominance) dal 47,5% al 42%. Pare che gli investitori si siano semplicemente rifugiati in Bitcoin a causa del suo rischio relativamente minore rispetto alle altcoin.

Il discount di Tether è sceso al 4%

Il premium o discount di Tether (USDT) su OKEx misura la differenza tra gli scambi peer-to-peer (P2P) in Cina e il dollaro statunitense vero e proprio. Cifre superiori al 100% indicano una domanda eccessiva per gli investimenti in criptovalute; al contrario, un prezzo inferiore del 5% di solito indica una forte attività di vendita.

Premium peer-to-peer di USDT vs. USD su OKEx . Fonte: OKEX
Premium peer-to-peer di USDT vs. USD su OKEx . Fonte: OKEX

L'indicatore Tether ha toccato il minimo al 96% il 13 dicembre, leggermente ribassista ma non allarmante per un calo del 10% della capitalizzazione totale del mercato delle criptovalute. Tuttavia, sono passati più di due mesi da quando questo parametro ha superato il 100%, segnalando una mancanza di entusiasmo da parte dei trader cinesi.

A dimostrare ulteriormente che il crollo dei prezzi del 13 dicembre abbia solo leggermente influenzato il sentiment degli investitori, le liquidazioni totali nelle 24 ore sono state di 400 milioni di dollari.

Liquidazioni totali negli exchange di derivati il 13 dicembre. Fonte: Coinglass.com

Ancora più importante, solo 300 milioni di dollari di contratti a leva in long sono stati liquidati a causa di un margine insufficiente. Questa cifra sembra insignificante se paragonata al crash del 3 dicembre, quando sono state chiuse posizioni per 2,1 miliardi di dollari.

Attualmente non è presente una domanda eccessiva da parte dei bear

Ad ulteriore dimostrazione che la struttura del mercato delle criptovalute non sia stata fortemente influenzata dal forte calo dei prezzi, andrebbero analizzati i futures perpetui. Questi contratti hanno un tasso incorporato e di solito fanno pagare una tassa ogni otto ore per bilanciare i rischi.

Un funding rate positivo indica che i long (acquirenti) richiedono più leva. La situazione opposta si verifica invece quando sono gli short (venditori) a richiedere maggiore leva, e questo fa sì che il funding rate diventi negativo.

Bitcoin, funding rate a 8 ore dei perpetual futures. Fonte: Coinglass
Bitcoin, funding rate a 8 ore dei perpetual futures. Fonte: Coinglass

Considerando che la maggior parte delle criptovalute ha subito perdite considerevoli il 13 dicembre, la struttura generale del mercato ha retto. Se si fosse presentata una domanda eccessiva degli short su un calo di Bitcoin sotto i 46.000$, il funding perpetuo dei futures a otto ore sarebbe andato sotto lo 0,05%.

Il trading di Tether con uno sconto del 4% nei mercati cinesi, 300 milioni di dollari in liquidazioni di contratti long e un funding rate neutrale non è segnale di bear market imminente. A meno che questi fondamentali non cambino in modo significativo, non c'è motivo di aspettarsi i 42.000$ per Bitcoin o prezzi addirittura più bassi.

Le opinioni qui espresse sono esclusivamente dell'autore e non riflettono necessariamente quelle di Cointelegraph. Ogni investimento comporta dei rischi. Dovresti condurre le tue ricerche prima di prendere una decisione.