A Hong Kong, diversi operatori del settore crypto stanno cercando di opporsi a una legislazione in arrivo che limiterebbe il trading di criptovalute ai soli investitori professionisti, di fatto escludendo il 93% della popolazione locale da questo mercato.

In un commento pubblicato il 15 febbraio dal South China Morning Post, l’organizzazione Global Digital Finance ha avvertito che la proposta di legge spingerà i trader retail a utilizzare piattaforme non regolamentate. Global Digital Finance rappresenta exchange di criptovalute come BitMEX, Huobi, Coinbase e OKCoin, ed è stata in prima linea negli sforzi del settore per contrastare la legislazione.

La proposta è stata pubblicata nel novembre del 2020 dal Financial Services e dal Treasury Bureau di Hong Kong, nell’ambito di un piano per rinforzare le misure contro riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo. La mossa si allinea con le iniziative per rendere le normative nazionali conformi alle raccomandazioni della Financial Action Task Force, o FATF.

Tuttavia la proposta del Bureau supera i requisiti del framework delineato dalla FATF, allineandosi invece alla posizione più rigida adottata dalla Cina continentale. Il presidente del consiglio consultivo di Global Digital Finance, Malcolm Wright, ha evidenziato che diversi membri della FATF, tra cui Singapore, Regno Unito e Stati Uniti, consentono ai trader retail di partecipare al mercato crypto.

Nel mese di gennaio, il governo si è consultato con membri di organizzazioni pubbliche e del settore. Ora che il periodo di consultazione è concluso, si prevede che la proposta diventerà un disegno di legge, introdotto nel Legislative Council di Hong Kong nei prossimi mesi. Il South China Morning Post stima che il 93% della popolazione verrà influenzato dal divieto, basandosi su un recente sondaggio di CitiBank secondo cui circa il 7% (504.000 individui) hanno asset superiori alla soglia minima per diventare investitori professionisti.

Un rappresentante della Bitcoin Association of Hong Kong ha affermato di recente che “impedire a individui retail di accedere a Bitcoin trascurerebbe gli obiettivi del governo di promuovere l’innovazione, oltre all’inclusione finanziaria.” Inoltre, le restrizioni proposte potrebbero estendersi agli ATM Bitcoin e amplierebbero i requisiti normativi che le imprese crypto devono soddisfare per poter operare a Hong Kong.

Leonhard Weese, co-fondatore della Bitcoin Association, ha commentato in merito alla legge:

"Già oggi è molto difficile per gli abitanti di Hong Kong trovare una piattaforma legittima, e l'acquisto di Bitcoin spesso richiede il trasporto di contanti. Non c'è motivo per cui Hong Kong non dovrebbe avere accesso a piattaforme come Coinbase o Cash App, che altri membri della FATF considerano sicure e conformi alle normative antiriciclaggio."