Secondo Paul Grewal, chief legal officer di Coinbase, alcune agenzie governative statunitensi continuerebbero a negare la propria partecipazione all'Operation Chokepoint 2.0, un periodo dell'amministrazione Biden in cui ai fondatori del settore crypto e tech vennero presumibilmente negati i servizi bancari.
Il crollo delle banche crypto-friendly agli inizi del 2023 scatenò le prime accuse dell'Operation Chokepoint 2.0. I critici, tra cui il venture capitalist Nic Carter, la definirono uno sforzo del governo per esercitare pressioni sulle banche affinché tagliassero i ponti con le società crypto.
Nonostante i recenti cambiamenti normativi, agenzie come la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) continuano a “resistere agli sforzi di trasparenza di base”, scrive su X Grewal in un post odierno.
“Non hanno recepito il messaggio”, osserva Grewal.
Fonte: Paul Grewal
Coinbase avrebbe sollecitato la FDIC a fornire dettagli in tribunale su come abbia condotto la “due diligence” al fine di garantire che non venisse distrutta alcuna documentazione relativa all'evento. Tuttavia, l'agenzia “si è ripetutamente rifiutata di farlo”, sostiene Grewal.
I commenti di Grewal emergono il giorno dopo che l'Office of the Comptroller of the Currency (OCC) degli Stati Uniti ha attenuato la sua posizione su come le banche possono impegnarsi con le criptovalute, poche ore dopo che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha giurato di porre fine al prolungato periodo di restrizioni all'accesso delle imprese di criptovalute ai servizi bancari.
Le dichiarazioni di Trump provengono dal vertice della Casa Bianca sulle criptovalute, durante il quale ha dichiarato ai leader del settore di voler “porre fine all'Operation Chokepoint 2.0".
Fonte: Elon Musk
Almeno 30 fondatori del settore tecnologico e crypto sono stati “segretamente privati di servizi bancari” negli Stati Uniti durante l'Operation Chokepoint 2.0”, come riportato da Cointelegraph a novembre 2024.
FDIC ha prodotto solo “frammenti” di richieste FOIA
Grewal ritiene che la FDIC non abbia collaborato pienamente con le richieste di documentazione di Coinbase ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA):
"[...] l'agenzia ha prodotto solo stralci di alcuni documenti che hanno poco o nulla a che fare con le specifiche politiche o pratiche FOIA che History Associates contesta nella sua denuncia emendata. Cosa stanno nascondendo esattamente?”.
Inoltre, secondo Grewal, la FDIC avrebbe redatto un totale di 53 pagine, con molte altre pagine contenenti “pesanti riduzioni che rendono i documenti incomprensibili”.
Grewal sottolinea che il suo team necessita che la FDIC fornisca una “testimonianza giurata” alla corte.
Il 4 marzo, Coinbase ha anche presentato una richiesta FOIA alla Securities and Exchange Commission (SEC) al fine di verificare quante indagini e azioni esecutive sono state avviate nei confronti delle società di criptovalute tra il 17 aprile 2021 e il 20 gennaio 2025.
Trump ha precedentemente firmato un ordine esecutivo per porre fine ad alcune difficoltà bancarie per le società Web3 e istituire normative più chiare per gli asset digitali, come riportato da Cointelegraph il 24 gennaio.
Secondo Caitlin Long, fondatrice e CEO di Custodia Bank, l'ordine esecutivo esclude la Federal Reserve e la FDIC dai gruppi di lavoro sulle criptovalute, ponendo così fine ai precedenti sforzi di sburocratizzazione del settore delle criptovalute.
Traduzione a cura di Walter Rizzo