Kenneth Blanco, direttore della U.S. Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) ha messo in guardia le banche in merito ai rischi di una loro eccessiva esposizione alle crypto.

Durante la conferenza virtuale anti-riciclaggio 2020 dell’ACAMS, tenutasi a Las Vegas questa settimana, Blanco ha discusso gli obblighi delle banche relativi alle politiche anti-riciclaggio (AML).

Le attuali normative FinCEN (FIN-2019-A003) stabiliscono che tutte le istituzioni finanziarie hanno l’onere di identificare e segnalare le attività sospette relative alle modalità con cui i criminali sfruttano le carte di credito per riciclare denaro, evitare le sanzioni internazionali ed altri scopi illeciti. Molte banche non hanno ancora un quadro chiaro di come le valute digitali possano influenzare le loro operazioni. 

Blanco ha sottolineato la necessità per le banche di rivedere le loro procedure antiriciclaggio, specialmente in relazione alle criptovalute, aggiungendo che "se le banche non stanno tenendo in adeguata considerazione queste problematiche, gli esaminatori se ne accorgeranno". 

“I rischi non riguardano solo le aziende che forniscono servizi finanziari o gli exchange; anche le banche devono considerare la loro esposizione alle crypto. Queste sono questioni di cui i vostri esaminatori, e la FinCEN, vi chiederanno di rendere conto quando valuteranno l'efficacia delle vostre politiche antiriciclaggio.”

Secondo una ricerca condotta nel 2019 dalla società di analisi crypto CipherTrace Labs, otto delle dieci principali banche commerciali statunitensi avevano rapporti con aziende che fornivano illegalmente servizi legati alle criptovalute. Queste imprese accettano pagamenti in contanti in cambio di crypto: di fatto sono cambiavalute P2P non registrati.

Inoltre, molti exchange P2P non dispongono di programmi antiriciclaggio o Know-your-customer (KYC) esponendo quindi a questo tipo di rischi anche le banche e gli altri istituti finanziari.

Le banche sono state a lungo criticate per le falle nei loro sistemi di AML e KYC. L'International Consortium of Investigative Journalists (ICJI) ha riferito che più di 2.000 miliardi di dollari di transazioni elaborate dai principali istituti finanziari mondiali sono state segnalate come sospette e avrebbero dovuto essere bloccate. La quantità di denaro sospetto presente nei bilanci delle banche potrebbe essere di molte volte superiore.