Il Bitcoin (BTC) "non è rotto" se continuerà a mantenere i livelli correnti di prezzo e volatilità, ha affermato Tom Lee, analista di Fundstrat, durante un'intervista sulla CNBC. In particolare, l'uomo ha basato la propria valutazione sui dati raccolti dal Bitcoin Misery Index (BMI), lanciato di recente proprio da Fundstrat, il cui obiettivo è quello di calcolare il grado di "miseria" dei possessori della criptovaluta.

Lee ha spiegato che quando il valore dell'indice è inferiore a 27, indica ottimi rendimenti futuri per la moneta; quando invece supera il 68, vuol dire che "è arrivato il momento di vendere i propri Bitcoin". L'uomo sottolinea che al momento l'indice si trova a quota 39: la valuta si trova pertanto in una "fase di recupero" dai recenti rialzi:

"Il Bitcoin non è rotto se continuerà a mantenere questi livelli. Penso che le persone abbiano paura che possa tornare a 6.000$ e non riprendersi mai più".

Il ricercatore ha anche discusso del livello corrente di dominance del Bitcoin, che nelle ultime settimane ha raggiunto un picco del 48% dopo aver toccato a luglio un minimo del 37%. A suo parere il fatto che la principale criptovaluta stia ottenendo una quota di mercato sempre maggiore "mostra che la comunità sta reagendo agli ultimi avvenimenti".

Recentemente infatti l'Intercontinental Exchange’s (ICE) ha annunciato di voler realizzare un "ecosistema globale aperto e regolamentato per asset digitali", mentre la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha confermato che il Bitcoin non è una security.

Lo scorso mese Tom Lee aveva ancora una volta ribadito la propria opinione positiva sul Bitcoin: a suo parere entro fine anno il prezzo della moneta raggiungerà un valore compreso tra 22.000$ e 25.000$.

"[...] applicando la media storica di due volte e mezzo il costo del mining, è possibile prevedere il raggiungimento di un valore superiore ai 20.000$, attorno ai 22.000$".