Benvenuti in Storia delle Crypto, una serie di Cointelegraph che riporta i lettori indietro nel tempo agli eventi più significativi del settore. Questo articolo esplora il lungo mercato ribassista iniziato nel gennaio del 2018, che si è protratto fino a dicembre 2020.
Nel corso degli anni, il mercato delle criptovalute ha vissuti diversi periodi di rapido aumento dei prezzi – noti come "bull run" – seguiti da prolungate recessioni – definite "crypto winter."
Il termine "crypto winter," ovvero "inverno delle criptovalute," si riferisce a una fase del mercato caratterizzata da una diminuzione dell'entusiasmo degli investitori. Ciò si manifesta con un calo significativo dei prezzi e dei volumi rispetto ai precedenti massimi. A differenza dei mercati finanziari tradizionali, il settore delle criptovalute non dispone di metriche standardizzate per identificare con precisione l'inizio di un crypto winter.

Ciononostante, è stato osservato un pattern che tende a ripetersi ogni circa quattro anni. Questo ciclo inizia con un aumento del prezzo di Bitcoin (BTC) nei mesi successivi all'halving, un evento programmato che dimezza il numero di BTC estratti quotidianamente dai miner. Dopodiché la maggior parte dei crypto-asset raggiunge nuovi massimi storici, e infine si assiste a una generale contrazione dei prezzi.
In prossimità del successivo halving, ovvero quattro anni dopo, il ciclo si ripete.
Il grande crash di settembre 2018
In questo periodo sia Bitcoin che Ether (ETH), le due principali criptovalute, hanno subito una perdita di valore di oltre l'80% rispetto ai loro massimi storici. Alla fine del 2017 BTC aveva raggiunto un picco di quasi 20.000$, mentre all'inizio del 2018 il prezzo di ETH era salito oltre i 1.400$. Pochi mesi più tardi, nel settembre 2018, entrambi gli asset avevano perso la maggior parte del loro valore.
Tra le prime 100 criptovalute per market cap, il 95% ha registrato un calo sostanziale di prezzo.
Il crypto winter del 2018 è stato causato da diverse sfide intrinseche al settore. Tra queste l'elevato tasso di fallimento delle Initial Coin Offering (ICO), oltre il 97% delle quali non raggiunse gli obiettivi prefissati, unitamente a un uso eccessivo della leva finanziaria da parte dei trader. I timori normativi hanno ulteriormente complicato la situazione, portando a un generale allontanamento degli investitori dal settore.
Il crollo del 2018 ha inciso profondamente sulla percezione delle criptovalute. Le istituzioni finanziarie hanno iniziato a guardare con scetticismo a tali asset, etichettandoli come strumenti puramente speculativi. Al tempo stesso, i governi di tutto il mondo hanno rilasciato avvertimenti che sconsigliavano investimenti in criptovalute.
Ma nel luglio del 2019, l'entusiasmo degli investitori aveva nuovamente riportato il prezzo di BTC sopra la soglia dei 10.000$. Tale slancio rialzista è stato tuttavia di breve durata: nel marzo 2020, lo scoppio della pandemia di COVID-19 causò una crisi della liquidità che influenzò i mercati a livello globale. Il mercato crypto non fece eccezione.
Il lungo viaggio di Ethereum verso la Proof-of-Stake
Nonostante il crollo dei prezzi, nel 2018 abbiamo assistito a sviluppi cruciali per Ethereum. Questo è stato infatti l'anno in cui gli sviluppatori del progetto hanno iniziato a gettare le basi per il passaggio a un sistema di consenso Proof-of-Stake (PoS).

All'inizio del 2018, la popolarità di CryptoKitties (un gioco basato su blockchain) causò una grande congestione del network: tale evento mise in evidenza la necessità di migliorare la scalabilità di Ethereum. Gli sviluppatori iniziarono pertanto ad esplorare il concetto di sharding, un processo che divide la blockchain in vari segmenti più piccoli e gestibili, noti come shard chains o data layers. Ogni shard opera in modo indipendente, consentendo l'elaborazione parallela delle informazioni: un tale sistema potrebbe migliorare significativamente la scalabilità della blockchain.
Tuttavia, il passaggio di Ethereum verso un sistema di consenso Proof-of-Stake (PoS) è stato più lento del previsto, con numerosi ritardi lungo il percorso.
Secondo una roadmap pubblicata nel 2017, gli sviluppatori pianificavano di introdurre due aggiornamenti volti a migliorare la scalabilità di Ethereum introducendo PoS e sharding: Metropolis e Serenity. A sua volta, l'aggiornamento Metropolis avrebbe dovuto essere implementato in due fasi: Byzantine, che si concentrava sul miglioramento della privacy, e Constantinople, che avrebbe introdotto un sistema ibrido PoW + PoS.
Tuttavia, a giugno 2018, Ethereum ha abbandonato l'approccio ibrido a favore di un sistema PoS più semplice, noto come Casper 2.0. Inizialmente previsto per il 2019, il passaggio a Proof-of-Stake è stato completato soltanto nel 2021, a dimostrazione delle complessità legate all'aggiornamento di una piattaforma blockchain così importante e ampiamente utilizzata.
In questo periodo, la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha classificato Ether come non-security. Questa decisione ha reso Ether il secondo asset, dopo BTC, a ricevere ufficialmente tale designazione.
2019: l'anno della DeFi
Nel 2019, Ethereum ha attirato l'attenzione della crypto-community grazie ai notevoli progressi tecnici e all'espansione dell'ecosistema DeFi. Nel corso dell'anno, il settore DeFi ha registrato una crescita considerevole: il 31 dicembre 2019, il valore totale bloccato (TVL) nei protocolli della finanza decentralizzata aveva raggiunto i 667 milioni di dollari.

Inizialmente dominato da MakerDAO, che deteneva 1,86 milioni di ETH (circa 260,4 milioni di dollari all'epoca), nel corso dell'anno il settore ha visto un afflusso di nuovi partecipanti.
Anche gli exchange decentralizzati hanno registrato una crescita significativa: Uniswap è divenuto un player chiave di questo settore, con un volume medio di scambi giornalieri che è passato da 25.000 a 1,5 milioni di dollari, e liquidità che è impennata da 500.000 a 25 milioni di dollari.
Persino realtà tradizionalmente lontane al mondo crypto – come grandi aziende, istituzioni finanziarie, marchi di consumo e celebrità – hanno iniziato ad avvicinarsi ad Ethereum.

Ricordiamo ad esempio come il giocatore di basket Spencer Dinwiddie annunciò di voler tokenizzare il suo contratto NBA, creando 90 token basati su Ethereum. Tali token permettevano di investire in una parte dei futuri guadagni del contratto di Dinwiddie: grazie a questo accordo, Dinwiddie ricevette 13,5 milioni di dollari in anticipo rispetto al suo contratto da 34 milioni di dollari.
I Sacramento Kings, squadra di basket professionista, lanciarono un programma di ricompense utilizzando un token basato su Ethereum, al fine di migliorare il coinvolgimento dei tifosi attraverso la tecnologia blockchain. Nel settore dell'intrattenimento, il franchise Star Trek annunciò l'emissione di una serie di oggetti da collezione sotto forma di NFT su Ethereum
Samsung introdusse una piattaforma per sviluppatori incentrata su Ethereum e annunciò un nuovo smartphone con un crypto-wallet integrato.
Leggi anche: Storia delle Crypto, 2009-2012: Bitcoin, la risposta di Nakamoto alla crisi finanziaria globale
Leggi anche: Storia delle Crypto, 2013-2015: L'espansione di Bitcoin e la nascita di Ethereum
Leggi anche: Storia delle Crypto, 2017-2018: Il boom delle ICO e l'evoluzione di Ethereum