Nell'ambito del mercato delle criptovalute, l'interesse e la partecipazione delle istituzioni finanziarie stanno aumentando in modo significativo. In questo contesto, si stanno intensificando i dibattiti sulla regolamentazione, sulle cause legali coinvolgenti importanti exchange e sul possibile impatto degli ETF spot. Per esplorare tali tematiche e offrire una prospettiva autorevole, abbiamo intervistato Daniele Bernardi, rappresentante di DIAMAN Partners LTD, un'azienda attiva nel settore delle criptovalute.

Daniele ha condiviso con noi le sue opinioni sulla regolamentazione nel settore delle criptovalute, sulle cause legali coinvolgenti Binance e Coinbase, nonché sul possibile impatto degli ETF spot sul mercato delle criptovalute. 
Inoltre, ci offre suggerimenti preziosi su come affrontare le sfide e sfruttare le opportunità del mercato delle criptovalute. 

Cointelegraph Italia: Durante la tua recente intervista sul canale YouTube di Eugenio Benetazzo, hai discusso dell'halving di Bitcoin (BTC) e del potenziale impatto sulle oscillazioni dell'asset, suggerendo che potrebbe innescare una successiva bull run nel 2024. Conosciamo bene l'halving e i suoi effetti sui precedenti cicli di mercato. Tuttavia, credi che si possa realmente parlare di una valida statistica?

Daniele Bernardi: Affinché sia statisticamente valido bisognerebbe avere un campione molto più ampio e rappresentativo, ovviamente. Non si tratta tuttavia di statistica, bensì di un meccanismo di microeconomia, ovvero della legge di domanda e offerta. Ci sono diversi fattori che incidono. Diciamo che l'halving è il momento più delicato per la sussistenza dell'ecosistema stesso

Quello che è successo nel 2020, post-halving, è stata una chiara battaglia fra miner durata almeno due mesi, che si ripercuoteva sui prezzi. Il fine era far uscire dal mercato i miner meno performanti. Era evidente anche da come il prezzo di BTC i cui tentativi di crescita venivano puntualmente repressi. L'analisi quantitativa, di cui ci occupiamo sui mercati finanziari da 21 anni, è sicuramente necessaria per tirar fuori molte informazioni utili. 
Dal mio punto di vista, la matematica che c'è dietro Bitcoin, l'adozione, l'avidità umana ed i classici cicli di euforia e paura, rendono probabile il ripetersi ancora una volta del ciclo rialzista.

Come ho anche scritto nel mio libro, ho sviluppato un modello di simulazione Montecarlo su Bitcoin che stima le probabilità che arrivi a determinati prezzi. 

A seguito dell'ultimo ciclo, è evidente come la volatilità e rendimenti stiano calando, seguendo una curva abbastanza ben definita, descritta da una curva di power law. 
D'altro canto, un conto è raddoppiare un asset che capitalizza 10 miliardi, un conto è raddoppiare un asset da 1.000 miliardi di dollari. In tal modo, si può simulare qual è l'impatto sulla perdita del rendimento atteso nel futuro di Bitcoin.

Previsione del prezzo di Bitcoin con Simulazione Montecarlo

Cointelegraph Italia: Guardando al futuro, quali sono le tue previsioni per il mercato delle criptovalute nei prossimi anni? C'è qualche trend o evento imminente che potrebbe avere un impatto significativo sul settore?

Daniele Bernardi: La mia visione del futuro – magari sbagliata – riguardo a Bitcoin, Ethereum e qualche altro Layer-1, è quella di focalizzarsi sulla creazione di "infrastrutture". 
Queste infrastrutture, a loro volta, potrebbero essere collegate a sistemi più scalabili – noti come Layer-2 – che potrebbero non essere necessariamente decentralizzati, ma che sfruttano la sicurezza delle reti di base per creare nuovi modelli di business basati sull'immutabilità, la sicurezza e tutti i fattori positivi che conosciamo dei crypto assets.
Potrebbe non essere il fenomeno che spingerà il prossimo ciclo di crescita; ma soprattutto per quanto riguarda Bitcoin, la creazione di infrastrutture per consentire lo sviluppo di nuovi modelli economici basati su digital asset rivoluzionerà il mercato.

La soluzione migliore, a mio parere, sarà l'integrazione di soluzioni centralizzate veloci all'interno di protocolli sicuri decentralizzati.
Ad esempio, prevedo che assisteremo alla nascita delle stablecoin del futuro. Sarà inoltre essenziale avere un asset che contrasti l'inflazione e che offra stabilità nel contesto finanziario globale.

Cointelegraph Italia: I criteri ESG potrebbero rappresentare un fattore discriminante, nonostante l'attività mondiale di mining di Bitcoin stia dimostrando di poter essere non solo carbon neutral, ma addirittura carbon negative.

Daniele Bernardi: Secondo gli ultimi dati disponibili, l'industria del mining di Bitcoin ha superato la soglia del 52% di energia proveniente da fonti rinnovabili. È evidente che i miner sono incentivati a cercare e utilizzare energia elettrica a basso costo e proveniente da fonti green per massimizzare i loro profitti. Tuttavia, dobbiamo ancora fare progressi per raggiungere un impatto carbon negative.

Cointelegraph Italia: Oltre all'halving di Bitcoin, quali altri fattori ritieni siano rilevanti nel determinare l'andamento del mercato?

Daniele Bernardi: L'attuale dominance di Bitcoin lo dimostra: fino ad ora, Bitcoin è stato il principale driver dei cicli di mercato, con una crescita evidente negli ultimi due cicli. 
È probabile che Bitcoin continui a essere il principale driver anche nei prossimi cicli. Nonostante ci aspettassimo una decoupling delle altcoin – ovvero una separazione dalle oscillazioni di Bitcoin – ciò non si è ancora verificata, malgrado le altcoin abbiano cominciato ad avere una propria identità. 
Tuttavia, come finora sempre successo, Bitcoin ha trascinato giù l'intero mercato durante il ciclo ribassista. Ritengo che Bitcoin rimarrà il principale driver del mercato anche nel prossimo ciclo, a meno che non si verifichi qualcosa che riesca a decorrelarsi da esso. Ad ogni modo, al momento nemmeno Ethereum ci è riuscito.

Cointelegraph Italia: Diversi analisti suggeriscono che le criptovalute possano fungere da "hedge" durante periodi di instabilità dei mercati azionari. Qual è la tua opinione su questa prospettiva e come le istituzioni finanziarie stanno considerando questo aspetto nel loro interesse verso le criptovalute?

Daniele Bernardi: Storicamente, le criptovalute sono state poco correlate ai mercati azionari, tranne che nel 2022, quando si è verificata una coincidenza tra la fine della bull run di Bitcoin e la fine del ciclo economico di espansione monetaria. 
Molti attribuiscono la crescita di BTC all'iniezione di liquidità della FED. Tuttavia, personalmente ritengo che Bitcoin non sia cresciuto a causa di teorie macrofinanziarie, ma piuttosto perché la sua community è cresciuta da zero a milioni di utenti, creando un valore di mercato che ha raggiunto i 2.000 miliardi di dollari: una cifra che potrebbe sembrare enorme, ma che è in realtà insignificante se comparata ai mercati finanziari. 

Inoltre, molte delle cosiddette "whale crypto" sono tecnici informatici che hanno abbracciato la causa senza interessarsi di fattori economici.
Detto ciò, le criptovalute hanno una correlazione molto bassa e pertanto meritano una parte nell'allocazione degli asset di qualsiasi investitore, con una ragionata ed equilibrata diversificazione. Possono migliorare l'efficienza complessiva del portafoglio, ma hanno più senso come protezione a lungo termine contro l'inflazione.

Abbiamo recentemente condotto una ricerca presentata presso Azimut su questo tema: qual è la percentuale adeguata di criptovalute da includere in portafogli diversificati? 
Abbiamo creato tre tipi di portafogli – Prudente, Bilanciato e Aggressivo – stimando i rendimenti e le volatilità attese utilizzando il nostro software che offriamo ai consulenti. Abbiamo quindi esplorato quali percentuali di criptovalute possono essere inserite nei diversi portafogli, mantenendo la volatilità sostanzialmente inalterata rispetto ai portafogli di partenza.

Variazioni di rendimento e volatilità attesa in portafogli d'investimento contenenti crypto asset. Fonte: DIAMAN Partners LTD

Inserendo diverse percentuali di criptovalute, siamo stati in grado di aumentare significativamente il rendimento atteso senza alterare eccessivamente il rischio complessivo del portafoglio.

Cointelegraph Italia: Quali prodotti proponete?

Daniele Bernardi: Il 3 di luglio abbiamo lanciato il primo fondo retail di criptovalute in Europa. Per la maggior parte degli investitori, può essere più opportuno investire nelle criptovalute attraverso un fondo. Tuttavia, per coloro che hanno competenze e capacità tecniche, è possibile investire attraverso un exchange o, ancora meglio, attraverso protocolli DeFi. Tuttavia, in quest'ultimo caso, è necessario avere competenze tecnologiche e anche competenze nella gestione delle proprie emozioni e delle proprie decisioni di investimento, altrimenti le probabilità di perdita sono rilevanti..

Cointelegraph Italia: Con l'aumento dell'interesse istituzionale nel mercato delle criptovalute, si sono anche intensificati i dibattiti sulla regolamentazione. Qual è la tua opinione sull'importanza della regolamentazione nel settore delle criptovalute e come potrebbe influire sul prossimo ciclo di mercato?

Daniele Bernardi: Noi di DIAMAN Partners LTD siamo andati a Malta nel 2018 per lavorare in un ambiente regolamentato. Provenendo dal mondo della finanza, volevamo fare le cose nel modo giusto e in conformità alle norme. A quel tempo, Malta ha ricevuto centinaia di richieste da parte di società crypto, ma solo poche di esse sono state approvate.
Gli eventi degli ultimi giorni, con la SEC che avvia cause legali nel tentativo di superare gli imbarazzi politici correlati ad FTX, dimostrano l'importanza di lavorare in un ambiente ben regolamentato, dove almeno si sa che non si può essere accusati solo perché non esiste una legge specifica.

Sono favorevole alla regolamentazione: il mercato degli asset digitali merita un framework che permetta agli operatori seri di lavorare correttamente e fare business, considerando anche le prospettive di crescita e sviluppo di queste tecnologie.
L'Europa, se saprà giocare bene le proprie carte, ha la possibilità di svolgere un ruolo significativo in questo mercato.

Cointelegraph Italia: Recentemente, diverse altcoin sono state oggetto di cause intentate dalla Security and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, che le considera titoli finanziari non registrati. Qual è il tuo parere sull'esito di questi casi e come potrebbe influenzare le decisioni degli operatori finanziari istituzionali, in particolare quelli statunitensi che apportano volumi significativi?

Daniele Bernardi: È probabile che Ripple vinca la causa, il che potrebbe dare un notevole impulso all'intera industria delle criptovalute. Al contrario, una sconfitta potrebbe avere ripercussioni anche sulle altre altcoin accusate di essere titoli finanziari non registrati.
Le istituzioni finanziarie americane si sono rese conto che nel settore delle criptovalute ci sono ingenti commissioni per servizi da spartirsi, al contrario del settore finanziario tradizionale ormai super competitivo ed efficiente. Ad esempio, con Interactive Broker, pago 1 centesimo per azione acquistata, fino ad un massimo di 1 dollaro.

Ma quando compro BTC, pago lo 0,2% senza limiti. Le grandi banche americane stanno iniziando ad offrire servizi legati alle criptovalute. Nonostante la riduzione dei margini, riescono a guadagnare molto di più rispetto ai mercati azionari, dove la competizione è ormai intensa.

Le istituzioni finanziarie vedono quindi le criptovalute come uno strumento potenziale per aumentare i ricavi. Le decisioni degli operatori finanziari istituzionali, in particolare quelli statunitensi con volumi significativi, potrebbero subire cambiamenti significativi nelle scelte di investimento e nell'approccio verso le altcoin. L'esito delle cause in corso potrebbe influenzare la percezione e l'interesse degli operatori finanziari istituzionali nei confronti delle criptovalute 

Cointelegraph Italia: Nell’ultimo periodo è stata oggetto di grande attenzione la potenziale approvazione degli ETF spot (Trust) di Blackrock e altri operatori. Qual è il tuo parere sull'impatto che un ETF di questa portata potrebbe avere sui mercati delle criptovalute? Prevedi che possa contribuire a una maggiore adozione delle crypto da parte degli investitori tradizionali?

Daniele Bernardi: L'attenzione suscitata dagli ETF spot proposti da Blackrock e gli altri operatori è stata molto significativa. Se uno di questi ETF dovesse essere approvato e lanciato, potrebbe avere un impatto considerevole sui mercati delle criptovalute.
Già solo l'annuncio ha avuto un effetto sul prezzo di Grayscale, che ha recuperato una parte del forte sconto a cui viene negoziato in borsa il prezzo rispetto al valore del Bitcoin. 


Le potenzialità di raccolta di Blackrock potrebbero spingere il prezzo di Bitcoin anche sopra i 100.000$ in pochi mesi.

L'approvazione di un ETF di questa portata potrebbe favorire una maggiore adozione delle criptovalute da parte degli investitori tradizionali e portare a una crescita significativa dei volumi di trading. Sono tuttavia un po' scettico che la SEC, in questo momento storico, cambi idea sull'approvazione di tali prodotti, anche se potrebbe essere difficile per loro dire di no ad un colosso come BlackRock. L'arrivo di tali ETF rappresenterebbe un importante sviluppo per il settore delle criptovalute e potrebbe aprire nuove opportunità per gli investitori tradizionali.

Cointelegraph Italia: Sia Binance che Coinbase, due importanti piattaforme di scambio di criptovalute, sono state coinvolte in cause legali da parte della Security and Exchange Commission (SEC). Alla luce di questi eventi, quali sono le tue previsioni sull'esito di queste cause e come potrebbero influenzare le operazioni e la reputazione di entrambe le piattaforme?

Daniele Bernardi: È probabile che entrambe le piattaforme, Binance e Coinbase, decidano di abbandonare gli Stati Uniti in seguito alle cause legali promosse dalla Security and Exchange Commission (SEC). Il regolatore statunitense ha recentemente lanciato un'offensiva contro le criptovalute, forse per contrastare la crisi reputazionale dei democratici correlata a FTX.
L'attacco alle piattaforme di scambio potrebbe derivare anche dall'establishment e dalla lobby bancaria, che ha riconosciuto i notevoli margini di profitto nel settore delle criptovalute e considera queste due piattaforme come fastidiosi competitor da eliminare.

Sebbene Binance sia un'entità enorme nel mondo delle criptovalute, per il settore bancario americano rappresenta solo una piccola pulce.
È possibile che abbiano pensato: "Togliamoci di mezzo questi fastidiosi competitor e offriamo noi stessi servizi crypto con prezzi e logiche che controlliamo".
Tuttavia, il settore bancario ha ancora bisogno di operatori specializzati come Binance e Coinbase, come dimostra il fatto che Coinbase fornirà servizi di custodia per l'ETF di Blackrock. 
È probabile che queste controversie legali portino a cambiamenti significativi nel modo in cui tali piattaforme operano, ma rimane da vedere come influenzeranno la fiducia degli utenti e l'intero settore delle criptovalute.

Cointelegraph Italia: Qual è il messaggio principale che vorresti trasmettere ai nostri lettori riguardo alle opportunità e sfide del mercato, in vista del prossimo ciclo?

Daniele Bernardi: Il messaggio principale che vorrei trasmettere ai lettori è quello di adottare una mentalità basata sulla ricerca personale, ovvero il famoso DYOR: Do Your Own Research. 
Invito tutti a essere curiosi e attenti, anziché precipitarsi senza pensare.
Inoltre, è importante evitare il trading e non illudersi di essere più astuti del mercato. È meglio invece concentrarsi su pratiche che si adattino bene a questo settore, come ad esempio il piano di accumulo.

Stiamo studiando uno strumento chiamato "Smart DCA", che sta ottenendo risultati eccezionali.

Inoltre, il piano di accumulo tramite il nostro nuovo fondo, appena partito e distribuito da Azimut in Italia, rappresenta uno dei migliori modi per creare una ricchezza stabile e duratura nel tempo sfruttando questa tipologia di asset class.
Nella mia esperienza di 25 anni nel settore finanziario, non ho mai visto un'asimmetria così incredibile tra rischio e rendimento atteso come quella offerta dagli asset digitali. Oggi, semplicemente non considerare l'inclusione di asset digitali nel proprio portafoglio non è un'opzione intelligente. È fondamentale possederne una quota bilanciata e ben calibrata.

Daniele Bernardi è un imprenditore seriale alla costante ricerca di innovazione. È il fondatore di Diaman, una società dedicata allo sviluppo di strategie di investimento con logiche quantitative e di Augmented Intelligence. Il lavoro di Bernardi è orientato allo sviluppo di modelli matematici che semplificano i processi decisionali degli investitori e dei family office per la riduzione del rischio. Bernardi è anche presidente della rivista investors Italia SRL e di Diaman Tech SRL ed è amministratore delegato della società di gestione patrimoniale Diaman Partners. Inoltre, è gestore di un hedge fund di criptovalute. È autore di The Genesis of Crypto Assets, un libro sugli asset crypto. È stato riconosciuto come "inventore" dall'Ufficio europeo dei brevetti per il suo brevetto europeo e russo relativo al settore dei pagamenti mobili.