BonelliErede, lo studio legale italiano che rappresenta le vittime di BitGrail, ha annunciato di aver presentato un'istanza di fallimento ai sensi dell'Art. 6 della Legge Fallimentare Italiana nei confronti dell'exchange di criptovalute.

È il capitolo più recente della guerra legale tra il proprietario di BitGrail, Francesco "The Bomber" Firano, e la Nano Foundation, scoppiata quando l'exchange segnalò la perdita di 17 mln di token Nano (XRB), che al tempo valevano circa 187 mln di dollari, contro i 124 mln attuali. In un'intervista rilasciata a Cointelegraph, Firano ha dichiarato che il furto fosse in realtà avvenuto il 19 gennaio, anche se è stato segnalato solo l'8 febbraio.

Secondo un post pubblicato su Medium dal gruppo BitGrailVictims, BonelliErede ha presentato l'istanza di fallimento per conto di un creditore di BitGrail, Espen Enger, che è stato poi contattato da oltre 3000 altri richiedenti. La maggior parte delle vittime ha riferito a Enger di "preferire una contabilizzazione immediata degli asset di BitGrail tramite la procedura fallimentare", temendo che le casse dell'exchange vengano svuotate ulteriormente.

"Nel presentare un'istanza di fallimento, è stata presa la decisione di affidare al sistema giuridico italiano la risoluzione del conflitto. Siamo fiduciosi che le autorità italiane abbiano i mezzi per chiedere al Sig. Firano di rivelare la realtà dei fatti [...] preferiamo un'equa distribuzione degli asset piuttosto che risoluzioni private che potrebbero permettere ad alcuni creditori di trarre profitto a spese di altri."

A febbraio, gli sviluppatori di Nano accusarono pubblicamente Firano di aver chiesto che il ledger dell'altcoin fosse modificato "al fine di coprire le sue perdite", nonché di aver "fuorviato" la comunità riguardo la solvibilità finanziaria dell'exchange.

Firano però dichiarò che la colpa fosse non dell'exchange, ma del protocollo "totalmente inaffidabile" di Nano, evidenziando alcune inconsistenze del Nanode block explorer.

A metà marzo, BitGrail ha promesso di rimborsare le vittime, proponendo di coprire l'80% delle perdite tramite il suo nuovo token BitGrail Shares (BGS) e il rimanente 20% in XRB, ma in cambio i creditori avrebbero dovuto firmare in documento dove dichiaravano di rinunciare a qualsiasi azione legale contro l'exchange.

La battaglia legale continuò ad aprile, quando negli Stati Uniti fu presentata una class action che chiedeva al Nano Core Team di effettuare un hard-fork per compensare le vittime. Da allora, Nano ha deciso di finanziare un fondo per fornire rappresentanza legale ai creditori di BitGrail, in collaborazione con BonelliErede ed Enger.

Il 18 febbraio, un sondaggio su Twitter postato proprio dal "Bomber" in persona, ha rivelato che il 79% dei 7.610 votanti preferirebbe che l'exchange dichiarasse fallimento.

In passato, gli attacchi ad exchange di criptovalute hanno prodotto diverse controversie su rimborsi, responsabilità e conseguenze sul mercato.