Nel corso dell’edizione 2019 del festival dedicato all’innovazione "Heroes Maratea" abbiamo avuto l’occasione di ascoltare l’intervento dello speaker più atteso di quest’anno, Jeremy Rifkin.
Scrittore e teorico economico di fama mondiale, Rifkin è autore di diversi libri di successo, tra cui il bestseller internazionale "La fine del lavoro: il declino della forza lavoro globale e l'avvento dell'era post-mercato".
Durante il suo talk ad Heroes, Rifkin ha affrontato il delicato tema del cambiamento climatico da un punto di vista sociale ed economico.
Secondo l’economista, il mondo si sta preparando ad una vera e propria rivoluzione industriale, un’epoca di grandi cambiamenti basati sullo sviluppo delle energie rinnovabili e della tecnologia. Nello specifico, Rifkin descrive un "internet dell’energia rinnovabile":
"L’Internet delle comunicazioni digitali che tutti noi usiamo sta convergendo con un Internet delle energie rinnovabili digitalizzate. Ci sono milioni di piccoli operatori, associazioni di contadini e organizzazioni di quartiere che stanno creando cooperative in tutta Europa.
Tutti questi piccoli operatori producono la propria energia solare ed eolica nei luoghi in cui lavorano e vivono e nei propri vicinati, e ciò che non consumano viene inviato attraverso un Internet dell’energia sempre più digitalizzato e governato da algoritmi, utilizzando le stesse analitiche e la stessa big data che utilizziamo nell’Internet della comunicazione per le notizie e l’intrattenimento."
Oltre ad evidenziare i benefici dell’IoT e di un mondo interconnesso da una vasta rete di sensori, descritti come una sorta di complesso sistema nervoso artificiale, Rifkin si è soffermato sui potenziali benefici della blockchain come strumento di decentralizzazione. A suo parere infatti le piccole e medie imprese potranno operare e comunicare tra loro in modo molto più agile, eliminando il ruolo intermediario delle grandi aziende ad oggi presenti sul mercato:
"Ciò che sta accadendo, virtualmente e fisicamente, è che le piccole e medie imprese del mondo, soprattutto quelle hi-tech, possono relazionarsi con chiunque altro nel mondo attraverso la blockchain, e non abbiamo bisogno di tutti questi intermediari. Le grandi aziende possono continuare ad esistere, in qualche modo, ma vedrete che le piccole e medie imprese, in cooperative, saranno più agili grazie alla blockchain, molto più agili."
Nel corso di uno spazio interviste che ha avuto luogo dopo l’intervento, abbiamo chiesto a Jeremy Rifkin un commento sulle criptovalute. L’economista, pur non esprimendo un giudizio preciso in merito, si è detto preoccupato per il consumo energetico derivato dal mining, sostenendo che potrebbero essere necessarie diverse revisioni ed ottimizzazioni per rendere il mining sostenibile a livello energetico.
Opinione condivisa anche da Pat Gelsinger, CEO della società di cloud computing VMWare, che nell'agosto di quest'anno si è scagliato contro Bitcoin (BTC) definendolo "dannoso per l'umanità". A suo parere, uno dei principali problemi della criptovaluta è l'elevato consumo energetico, che contribuisce negativamente al cambiamento climatico:
"È necessaria l'energia di un'intera casa, nel migliore dei casi di mezza casa, per aggiungere una sola voce al registro di Bitcoin. [...] Si tratta di una tecnologia intollerante al clima, è così estrema... è un cattivo design."