Il 15 gennaio Kadena, startup controllata da JPMorgan, ha lanciato la sua blockchain pubblica dando vita a quella che definisce la “prima piattaforma blockchain ibrida del settore”. 

Sulla blockchain di Kadena sarà possibile effettuare transazioni e redigere smart contract, secondo quanto affermato in un comunicato stampa da Will Martino, CEO e cofondatore. La società sostiene che questo prodotto è il primo network sharded Proof-of-Work Layer 1 a fare il proprio ingresso sul mercato.

Soluzione ibrida di Kadena: chain pubblica e rete privata

Stuart Popejoy, cofondatore e direttore di Kadena, sostiene che questa piattaforma ibrida veda l’integrazione di una chain pubblica e di una rete privata. Questo costituisce un evento cruciale nello sviluppo della tecnologia blockchain, la quale presenta ancora grandi limiti nonostante il suo enorme potenziale. 

In particolare, Popejoy ha dichiarato: 

"Sebbene la blockchain abbia un enorme potenziale, l’esperienza da noi acquisita nel mettere a punto la prima blockchain di JPMorgan ci ha mostrato i limiti di questa tecnologia. Lanciare una blockchain ibrida e funzionante, che integri senza soluzione di continuità una catena pubblica e una rete privata, è un passo avanti importante per ripensare a cosa sia possibile fare con le applicazioni on-chain."

La blockchain ibrida di Kadena supporta l’interoperabilità grazie a Pact, il linguaggio di programmazione open-source per smart contract della compagnia. Martino ha osservato che, mentre le problematiche relative alla scalabilità di Bitcoin (BTC) sono affrontate con chain basate su Proof-of Work (PoW), le criticità in termini di sicurezza sulla blockchain di Ethereum vengono risolte con Pact.

Kadena Kuro, un’altra componente della piattaforma ibrida di Kadena, prima nota con il nome di ScalableBFT, è la blockchain privata lanciata su Amazon Web Services a gennaio 2019. 

Fino a 750 transazioni al secondo 

Stando a quanto dichiarato dalla società, la sua blockchain ibrida è in grado di elaborare ben 750 transazioni al secondo, mentre Bitcoin ed Ether rispettivamente soltanto 7 e 15. A tal proposito Martino ha spiegato che Kadena sta “volutamente iniziando in piccolo” con 10 chain, dotando il proprio mainnet di “dieci volte il numero di chain presenti in un solo network rispetto a qualsiasi altro protocollo Layer 1”. Le transazioni effettuate su queste 10 chain sono consultabili tramite il block explorer di Kadena

Sembra pertanto che la società sia riuscita a risolvere la questione della scalabilità pur mantenendo il proprio prodotto decentralizzato. Martino ha inoltre svelato che Kadena pianifica di espandere ulteriormente il network implementando nel secondo trimestre circa 100 chain.

Il cofondatore di Kadena ha spiegato che, se l'azienda avesse lanciato fin dall'inizio troppe chain, le persone non avrebbero percepito l’importanza dell’innovazione ideata da Kadena. A tal proposito Martino ha commentato quanto segue:

"Se fossimo partiti con 1000 blockchain, gli utenti non sarebbero riusciti a comprendere visivamente la rilevanza dell’innovazione che Kadena sta portando sul mercato. Passeremo a una rete più estesa nel secondo trimestre, probabilmente arriveremo a 100 blockchain, ma al momento 10 ci permettono di illustrare il valore unico del nostro prodotto."

Novembre 2019: Kadena lancia il mainnet Chainweb

Grazie all’impegno dei veterani di JPMorgan Stuart Popejoy e Will Martino, la rete Kadena è stata inaugurata a inizio novembre 2019 contemporaneamente all’annuncio di una nuova vendita di token da 20 milioni di dollari. In quell’occasione Kadena ha lanciato anche il mainnet Chainweb, nonché il proprio wallet Chainweaver. 

In una mail indirizzata a Cointelegraph, un portavoce di Kadena ha specificato che la società non parla più di Chainweb, ma semplicemente di “blockchain pubblica di Kadena”. Questo perché l'azienda ha cambiato il nome del prodotto e ora definisce "Chainweb" il protocollo alla base della blockchain pubblica e non più la blockchain stessa.

Costituita nel 2016, la società Kadena ha raccolto 15 milioni di dollari per sviluppare una piattaforma ibrida che superasse le soluzioni per smart contract già esistenti, come la blockchain di Ethereum, e risolvesse le problematiche di scalabilità che caratterizzano il network PoW di Bitcoin.