L'ormai defunto exchange di Bitcoin (BTC) giapponese Mt.Gox ha esteso il proprio sistema di richieste di risarcimento online agli utenti aziendali. Lo rivela un annuncio postato sul sito dell'exchange nella giornata di oggi, 12 settembre.
Il sistema di risarcimento per utenti individuali è stato rilasciato il 23 agosto, e consente di presentare prove di dichiarazioni di fallimento. La scadenza per la presentazione delle richieste è il 22 ottobre 2018. In alternativa, gli utenti possono inviare i loro reclami anche offline.
L'annuncio è stato firmato dall'avvocato di Tokyo Nobuaki Kobayashi, che è stato nominato amministratore del processo di riabilitazione civile di Mt.Gox.
L'anno scorso, l'incarico ottenuto da Kobayashi gli ha fatto guadagnare l'appellativo de "La balena dei Bitcoin di Tokyo", tra le teorie secondo cui i sell-off relativi ai rimborsi delle enormi riserve di BTC avrebbero avuto un effetto sui mercati particolarmente negativo.
Come segnalato in precedenza, Kobayashi si è impegnato a fermare le vendite non appena sono iniziate il processo per la riabilitazione civile, secondo cui gli utenti riceveranno un risarcimento in criptovaluta anziché in valuta fiat. Ad agosto, gli avvocati che rappresentavano un gruppo di creditori di Mt.Gox hanno confermato che i rimborsi sarebbero stati effettuati in Bitcoin e Bitcoin Cash (BCH).
Come delineato da Cointelegraph in un'analisi, si stima che nel 2014 circa 24.000 creditori siano stati colpiti dall'attacco hacker e dal conseguente collasso di Mt. Gox, che ha portato alla perdita di 85.000 BTC (circa 460 mln di dollari al cambio attuale). È stato uno degli scandali più grandi della storia del settore, superato solo quest'anno dall'attacco da 534 mln di dollari subito da Coincheck.