Kosala Hemachandra, fondatore e CEO della piattaforma di crypto storage MyEtherWallet, tra il 2014 ed il 2015 minava Bitcoin per pagare l’affitto della sua casa di Los Angeles. Al momento effettivo del pagamento, convertiva le sue monete in contanti per facilitare la transazione vera e propria. 

In un’intervista rilasciata a Cointelegraph, Hemachandra ha ricordato di aver acquistato alcune attrezzature per il mining al college, mentre viveva in affitto in una stanza a casa di un suo amico: "Ho comprato macchine per il mining do Bitcoin e le tenevo nella mia stanza. Estraevo BTC e la somma che guadagnavo era sufficiente per pagare l'affitto di quella stanza, quindi era praticamente gratis. E poi non c’era nessun supplemento per l'elettricità extra". 

Durante i primi anni di vita di Bitcoin, il mining era un lavoro molto più redditizio rispetto ad ora; inoltre, richiedeva attrezzature molto meno avanzate di quelle attuali.

Non era tutto rose e fiori, però. Hemachandra ha sottolineato che le attrezzature per il mining emettevano un calore significativo, rendendo la vita in quella stanza di Los Angeles un'esperienza molto difficile dato che nella San Fernando Valley, la zona dove viveva, spesso si registravano temperature esterne vicine ai 32 gradi: 

"Dato che nella mia stanza c'erano macchine per minare Bitcoin, faceva molto più caldo di così, e poi il condizionatore che avevo funzionava a malapena. Riuscivo a stento a mantenere la temperatura ad un livello sopportabile".

Molti dei primi arrivati del mondo hanno condiviso esperienze simile, raccontando spesso storie relative a come utilizzassero i loro primi asset digitali in modo creativo.