Netflix, nota piattaforma di streaming online, produrrà un film su Gerald Cotten, il defunto fondatore dell'exchange di criptovalute QuadrigaCX.

In un tweet di giovedì, Netflix ha annunciato che il documentario Trust No One: The Hunt for the Crypto King sarà presentato in anteprima nel 2022. La storia, che segue "un gruppo di investitori diventati investigatori", si concentrerà sugli eventi relativi al decesso di Cotten, che secondo quanto riferito è morto mentre svolgeva attività di volontariato in un orfanotrofio in India, portando con se circa 190 milioni di dollari in criptovalute degli utenti di QuadrigaCX.

I dettagli circa il casting o la direzione presa dal documentario sono scarsi, ma il trailer accenna all'utilizzo di chirurgia plastica e all'elusione dalle autorità a bordo di uno yacht. Netflix è noto per la produzione di documentari che forniscono resoconti di personaggi famosi, tra cui Michael Jackson e il cantante R. Kelly.

Cotten è morto nel dicembre 2018 a causa di complicazioni del morbo di Crohn. All'epoca, era l'unica persona ad avere accesso a milioni in criptovalute appartenenti agli oltre 100.000 utenti di QuadrigaCX. Ciò ha portato molti a sospettare che Cotten abbia potuto simulare la sua morte e per poi fuggire con i fondi, ma non sono mai state trovate prove a tal proposito. Un'indagine successiva ha rivelato che Crypto Capital, provider di pagamenti con sede a Panama, potrebbe aver avuto accesso a gran parte dei fondi.

Dopo la morte di Cotten, Ernst & Young, il fiduciario di QuadrigaCX, ha iniziato a vendere altri beni patrimoniali del fondatore, raccogliendo circa 30 milioni di dollari a novembre. Tuttavia, l'azienda ha affermato di aver ricevuto 17.053 reclami dagli utenti di QuadrigaCX per un totale di oltre 170 milioni di dollari.

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Da quando la tecnologia è stata introdotta per la prima volta, 12 anni fa, il settore crypto conta ormai svariate figure controverse e carismatiche. Quest'anno, il programmatore e crypto-evangelista John McAfee è morto nella sua cella in Spagna, a seguito di una sentenza del tribunale che avrebbe potuto estradarlo negli Stati Uniti per varie accuse, tra cui la mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi dal 2014 al 2018 relativa a consulenza e promozione di progetti crypto.