Peter Brandt, noto trader veterano e CEO della società di trading Factor LLC, ha detto la sua sulla potenziale riapertura di una trading desk crypto da parte di Goldman Sachs:

“Noi della vecchia guardia abbiamo imparato che quando @GoldmanSachs entra in una nicchia di mercato è il momento di proteggere i propri soldi.”

Il 21 dicembre 2017, un simile articolo di Bloomberg ha segnalato che Goldman Sachs avrebbe creato una trading desk dedicata alle criptovalute, anche se la banca stava “ancora cercando di risolvere dei problemi di sicurezza.

Sebbene il grafico di Brandt sembri significativo, è necessario comprendere che queste speculazioni circolavano già da un paio di mesi. Il Wall Street Journal aveva riferito le intenzioni di Goldman Sachs il 2 ottobre 2017.

Anche tralasciando la data esatta, sembra che Goldman Sachs abbia abbandonato i piani per lanciare la sua trading desk su Bitcoin (BTC). Ma soprattutto, non ci sono molte punti in comune tra la struttura della bull run del 2017 e quella del mercato attuale.

Market cap e volume di Bitcoin a fine 2017, in miliardi di USD
Market cap e volume di Bitcoin a fine 2017, in miliardi di USD. Fonte: TradingView

Il volume di BTC è passato da una media giornaliera di 2 miliardi di dollari a novembre 2017 ai 14,6 miliardi di fine anno: un aumento di sette volte. La domanda retail in entrata era così impressionante da costringere gli exchange Binance, Bitfinex e Bittrex a respingere temporaneamente i nuovi utenti.

Gli account su Binance venivano persino venduti direttamente tra utenti nei periodi in cui la registrazione era sospesa. In altre parole, attualmente non c’è una mania retail in Bitcoin simile a quella di fine 2017. In realtà, il ciclo rialzista attuale sembra spinto dalle istituzioni che stanno accumulando BTC ad ogni correzione.

Market cap e volume di Bitcoin, in miliardi di USD
Market cap e volume di Bitcoin, in miliardi di USD. Fonte: TradingView

Tornando al presente, il volume giornaliero medio di 66 miliardi di dollari registrato il 22 febbraio, mentre la capitalizzazione di mercato di Bitcoin toccava 1.090 miliardi di dollari, è stato relativamente piatto nelle sei settimane precedenti.

Quindi, un analista tecnico esperto come Brandt avrebbe dovuto aggiungere che il volume è l’indicatore più rilevante della partecipazione al mercato, che spesso evidenzia nelle sue altre analisi.

Per confermare questa differenza, occorre avere familiarità con le basi dei mercati future. Ogni otto ore, gli exchange di derivati applicano una commissione sui long (compratori) o short (venditori) in contratti perpetui per mantenere un’esposizione al rischio bilanciata. Questo indicatore, conosciuto come funding rate, diventa positivo quando i long sono il lato che richiede più leva finanziaria.

Funding rate settimanale dei future perpetui su BTC di Bitmex a fine 2017
Funding rate settimanale dei future perpetui su BTC di Bitmex a fine 2017. Fonte: TradingView

Come indica il grafico riportato sopra, i compratori erano disposti a pagare fino al 40% a settimana per usare la leva sulle loro posizioni long. Questo non è assolutamente sostenibile e segnala un estremo ottimismo. Una contrazione del mercato avrebbe provocato liquidazioni a cascata, con il prezzo di BTC in caduta libera.

Funding rate settimanale dei future perpetui su BTC di BitMEX
Funding rate settimanale dei future perpetui su BTC di BitMEX. Fonte: TradingView

Questi tassi esorbitanti non esistono più, anche se l’attuale funding rate settimanale del 4% è il più alto da giugno 2019. Ad ogni modo, è inferiore di diversi ordini di grandezza rispetto all’incredibile mania retail nei long con leva di fine 2017.

Infine, è utile considerare che dicembre 2017 ha visto il lancio dei contratti future CME e CBOE. Come segnalato astutamente da Cointelegraph allora:

“Questo evento senza precedenti potrebbe avere un impatto significativo sull’economia di Bitcoin.”

A posteriori, sembra che questo sia stato il segnale di completa euforia che i ribassisti stavano aspettando. Quindi, l’esitazione di Goldman Sachs è stata probabilmente l’effetto, non la causa.

Anche se Brandt è diventato famoso nel mondo delle criptovalute per aver previsto la correzione di oltre l’80% dopo il picco di Bitcoin del 2017, di recente il suo curriculum è stato meno impressionante.

Quindi, per riassumere, non c’è alcuna prova a favore della teoria di Brandt eccetto un singolo evento avvenuto una volta in 11 anni di trading in Bitcoin. Senza contare che le voci relative alla trading desk crypto di Goldman Sachs nel 2017 circolavano già da tempo.

Le idee e le opinioni espresse in questo articolo appartengono unicamente all’autore e non riflettono necessariamente i punti di vista di Cointelegraph. Ogni investimento e operazione di trading comporta dei rischi. Dovresti condurre una ricerca propria quando prendi una decisione.