L'economia paraguaiana potrebbe perdere più di 200 milioni di dollari all'anno se i legislatori del Paese approveranno una legge recentemente introdotta per vietare il mining di criptovalute nel Paese.
I legislatori hanno presentato il disegno di legge il 4 aprile, sostenendo che le attività di mining illegale di criptovalute sottraggono energia e interrompono la fornitura di elettricità del Paese. Se approvato, il divieto durerebbe 180 giorni o fino a quando non saranno promulgate nuove leggi e l'operatore della rete elettrica nazionale non sarà in grado di fornire energia sufficiente.
Ma il divieto di operare nella regione per i miner legali potrebbe rivelarsi costoso per il Paese sudamericano, secondo il co-fondatore di Hashlabs Mining e capo stratega del settore del mining Jaran Mellerud, che ha recentemente discusso con Cointelegraph:

"Vietare il mining di Bitcoin potrebbe costare al Paraguay più di 200 milioni di dollari l'anno, ipotizzando che il Paese abbia 500 megawatt di miner legali che pagano 0,05$ per kilowattora in spese operative".

Mercati di queste dimensioni non sono comuni nemmeno in Paraguay, che vanta una popolazione piuttosto piccola di 6,8 milioni di persone e il 94° prodotto interno lordo più grande del mondo con 41,7 miliardi di dollari, stando a Worldometer, citando i dati del 2022.
Il mining di Bitcoin (BTC) ha fornito un "contributo significativo e positivo al bilancio commerciale del Paraguay sino ad oggi", sostiene Mellerud.
Attualmente le aziende di mining di Bitcoin devono registrarsi e ricevere l'autorizzazione dal Ministero dell'Industria e del Commercio del Paraguay.
Se approvata, la legge potrebbe avere un impatto su uno dei maggiori operatori del settore, Marathon Digital Holdings, che ha iniziato a installare 27 megawatt in prossimità della centrale idroelettrica di Itaipu lo scorso novembre.

Fonte: BowTiedMara

La diga di Itaipu è diventata un sito popolare per l'insediamento dei miner, in quanto fornisce tutto il fabbisogno locale di elettricità del Paraguay e lascia una grande quantità di elettricità in eccesso a cui attingere.
Questa elettricità in eccesso è stata storicamente esportata in Brasile a prezzi bassi. Tuttavia, Mellerud ha sottolineato che negli ultimi mesi un'ondata di miner di Bitcoin è intervenuta pagando prezzi leggermente più alti.
Tuttavia, secondo i legislatori, solo da febbraio si sono verificati 50 casi di interruzione della fornitura di energia elettrica dovuti ai miner che attingono illegalmente a queste fonti di elettricità.
L'Amministrazione nazionale dell'energia elettrica del Paese stima che ogni operazione di mining di criptovalute abbia causato danni e perdite fino a 94.900$ e che il totale delle perdite annuali nell'area dell'Alto Paraná - sede della centrale elettrica di Itaipu - potrebbe raggiungere i 60 milioni di dollari.
"Le operazioni clandestine possono essere dannose per la rete se assorbono troppa elettricità dalle linee a basso voltaggio", riconosce Mellerud.

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Una situazione simile si è verificata in Kazakistan qualche anno fa fino a indurre il governo kazako a dare un giro di vite al settore e ad espellere dal Paese gli operatori di mining non autorizzati.
Mellerud ha dichiarato in precedenza a Cointelegraph la possibilità che il Paraguay e l'Argentina accolgano un afflusso di miner con sede negli Stati Uniti che desiderano espandersi o addirittura migrare in queste nazioni ricche di energia grazie ai costi più bassi dell'elettricità.

Fonte: Luxor Technology

La controversia in Paraguay sorge in concomitanza dei preparativi dei miner per l'imminente halving previsto per il 20 aprile, che ridurrà le ricompense dei miner da 6,25 Bitcoin (BTC) (434.000$) a 3,125 BTC (217.000$).

Traduzione a cura di Walter Rizzo