Secondo quanto riportato dal portale d'informazione RBC, l'Unione Russa degli Industriali e degli Imprenditori (RSPP) ha recentemente inviato una nuova proposta di regolamentazioni per il settore delle criptovalute al primo ministro Dmitry Medvedev.

In particolare Alexander Shokhin, a capo dell'RSPP, ha fortemente criticato il disegno di legge accettato a maggio di quest'anno dalla Duma di Stato. L'uomo ha invitato Medvedev a posticipare le successive letture fino al 2019 per sviluppare nuovi aspetti della normativa, al fine di tutelare gli interessi sia delle aziende che degli organi di regolamentazione.

Se venisse ufficialmente approvata, spiega Shokhin, questa legge costringerebbe numerose start-up locali a trasferire le proprie attività all'estero, in giurisdizioni maggiormente favorevoli alle criptovalute.

L'RSPP propone di suddividere i token in tre gruppi: security token, criptovalute e "firme digitali", sviluppando strutture normative adeguate per ognuno di essi. Ad esempio, i security token verrebbero rigidamente monitorati dalla banca centrale, mentre gli utility token godrebbero di un regime più liberale. Nel caso invece dei token definiti "ibridi", la banca centrale dovrebbe analizzare ogni caso separatamente.

Il giornale russo Kommersant ha successivamente confermato che la proposta dell'RSPP verrà discussa questo mese da tre ministri federali. 

Il controverso disegno di legge, denominato "Sugli Asset Finanziari Digitali", è stato originariamente introdotto a gennaio di quest'anno dal Ministero delle Finanze Russo. A marzo è stata poi rivelata una nuova versione della normativa, approvata dalla Duma di Stato e comprendente anche regolamentazioni know-your-customer (KYC) per gli exchange di criptovalute.

Pare tuttavia che prima della seconda lettura il documento sia stato notevolmente modificato, eliminando termini come "mining" e "criptovalute" e concentrandosi invece su token e Initial Coin Offering (ICO).