Dopo il successo del Merge di Ethereum, tutti gli occhi sono puntati sulla prossima fase di transizione che introdurrà soluzioni di scalabilità chiave sulla piattaforma, tra cui lo sharding. Gli esperti di mercato ritengono che lo sharding sarebbe una svolta per la rete Ethereum, in quanto potrebbe potenzialmente risolvere il trilemma della scalabilità.

Durante una intervista organizzata da Cointelegraph, il responsabile della ricerca di Uphold, Dr. Martin Hiesboeck, ha illustrato come lo sharding possa aprire la strada ad Ethereum per diventare una rete veramente globale.

Hiesboeck ritiene che lo sharding possa risolvere l'annoso trilemma della scalabilità delle reti blockchain. Il trilemma della scalabilità implica che per scalare le blockchain di solito debbano sacrificare uno dei loro tre cardini fondamentali: la sicurezza, la decentralizzazione o la scalabilità:

Lo sharding è effettivamente uno dei modi più efficaci e universali per risolvere il cosiddetto "trilemma della scalabilità". Non sono sicuro che sia sufficiente per proclamarlo l'unica vera soluzione di scalabilità, ma lo sharding è sicuramente tra le migliori che abbiamo al momento".

In parole povere, lo sharding introdurrebbe l'elaborazione parallela, consentendo una distribuzione sicura dei requisiti di archiviazione dei dati e rendendo i nodi più facili da gestire. Nell'attuale sistema di elaborazione della blockchain, le transazioni vengono elaborate un blocco dopo l'altro, mentre con l'introduzione dello sharding la rete può elaborare più blocchi di transazioni contemporaneamente.

Grazie a questo meccanismo, i validatori che verificano determinati blocchi pubblicheranno le firme che attestano il loro operato. Nel frattempo, tutti gli altri dovranno verificare solo 10.000 firme di questo tipo invece di 100 blocchi completi, il che rappresenta una quantità di lavoro significativamente inferiore.

Rappresentazione di una versione sharded di Ethereum. Fonte: Quantstamp.

Hiesboeck ha aggiunto che lo sharding non solo aumenterà il throughput di Ethereum di svariate volte, ma ridurrà anche le gas fee, rendendo la rete più efficiente dal punto di vista energetico. Infine, ha spiegato come il risparmio energetico e la scalabilità derivino entrambi "dai pacchetti più piccoli che devono essere spostati, in quanto lo sharding memorizza i set di dati in blocchi gestibili e consente l'esecuzione di richieste aggiuntive allo stesso tempo".

In precedenza, gli sviluppatori di Ethereum avevano previsto il lancio di 64 shard, che richiedono circa 8,4 milioni di Ether (ETH) da mettere in stake su Eth2. Tuttavia, al momento sono in stake quasi 13,8 milioni di ETH, permettendo virtualmente un numero di shard iniziali ancora più elevato.

Correlato: Il cofondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, difende le DAO dalle critiche

Il passaggio a PoS ha sollevato diverse preoccupazioni sulla centralizzazione dei nodi, soprattutto sulla scia delle rivendicazioni della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti sulla giurisdizione di ETH, dal momento che quasi il 43% dei nodi sono presenti sul suolo statunitense. Ha affermato che la concentrazione dei nodi può cambiare da un giorno all'altro, riferendo:

"I nodi di Ethereum possono spuntare in qualsiasi parte del mondo e, sebbene circa il 43% di essi sia effettivamente centralizzato negli Stati Uniti in questo momento (il secondo paese per importanza è la Germania con l'11,8%), questo può cambiare in qualsiasi momento".

Hiesboeck ha concluso affermando che la community degli sviluppatori di Ethereum vanta una comprovata esperienza e che abbia già dimostrato la sua resilienza in passato, per cui – a parer suo – tutto può essere risolto, con il giusto tempo.