Dato il trend rialzista in corso, diverse istituzioni provenienti dal mondo della finanza tradizionale hanno cercato di cavalcare l’onda crypto. Per prima cosa, nel corso degli ultimi mesi l’open interest e il volume di trading dei future su Bitcoin hanno registrato un notevole aumento. Pur essendo uno sviluppo prevedibile, un altro cambiamento ha sorpreso il settore crypto: il Chicago Mercantile Exchange, un exchange di derivati globale, è diventato di recente la piattaforma di trading per future su Bitcoin più grande al mondo.
A tale proposito, i dati pubblicati dalla piattaforma di analisi crypto Bybt indicano che il CME rappresenta 2,4 miliardi dei 13 miliardi di dollari totali dell’open interest dei future su Bitcoin, seguito a breve distanza dall’exchange di criptovalute OKEx, con un totale di 2,17 miliardi di dollari e davanti ad altri nomi importanti come Binance, Huobi e Bybit.
Non dovrebbe sorprendere che, a partire da dicembre dello scorso anno, la crescita parabolica di Bitcoin (BTC) abbia attirato sempre più l’attenzione degli investitori di tutto il mondo. Per mettere le cose in prospettiva, nonostante la recente correzione di BTC che ha portato l’asset al di sotto dei 32.000$, la criptovaluta si è ripresa arrivando ben oltre i 38.000$, registrando quindi un profitto netto di circa il 95% in 30 giorni.

L’interesse istituzionale sta aumentando o si avvicina la stagnazione?
La recente volatilità ha creato preoccupazioni relative alla sostenibilità dell’attuale bull market, sollevando domande su un possibile calo dell’interesse istituzionale nei confronti di Bitcoin. Come Konstantin Anissimov, direttore generale dell’exchange di criptovalute inglese CEX.IO, ha spiegato a Cointelegraph, è importante che i nuovi arrivati si rendano conto che la questione non riguarda semplicemente l’ingresso delle istituzioni nel mercato, quanto piuttosto la riduzione dei rischi ad esso associati:
“A meno che non succeda qualcosa di davvero drastico per ribaltare l’intero mercato, e mi è difficile immaginare qualcosa di così negativo, credo che in futuro sempre più grandi società continueranno a investire in Bitcoin e altre criptovalute.”
Quinten Francois, presentatore del canale YouTube Young and Investing, crede che la maggior parte delle istituzioni in cerca di azione abbia già fatto il proprio ingresso, aggiungendo che durante fasi paraboliche come queste è difficile immaginare l’arrivo di altri grandi nomi abbienti nel settore, almeno fino alla fine dell’anno quando le cose diventeranno più stabili.
Detto ciò, ha aggiunto che molte delle istituzioni che hanno investito nel settore crypto ora stanno probabilmente accumulando, sfruttando le contrazioni a proprio vantaggio. Quando raggiungeranno le posizioni desiderate, il denaro retail tornerà lentamente a riversarsi nel mercato, spingendo il valore di BTC ancora più in alto:
“Gli investitori smart money sanno cosa stanno facendo, non compreranno durante movimenti parabolici.”
Jonathan Leong, CEO dell’exchange di criptovalute BTSE, ha inoltre spiegato a Cointelegraph:
“L’afflusso istituzionale verso le criptovalute è solo all’inizio. Il rapido aumento del prezzo di Bitcoin e delle altre criptovalute durante il Q4 ha una correlazione diretta con questo afflusso istituzionale o con l’aspettativa di tale afflusso.”
Le istituzioni ridurranno la volatilità del mercato?
Bitcoin è senza dubbio un asset molto più maturo rispetto alla fase ribassista del 2018, soprattutto per quanto riguarda i notevoli progressi normativi compiuti in alcune giurisdizioni. Inoltre, oggi il mercato crypto accoglie un numero considerevole di trading house professionali e imprese non-crypto.
Secondo Anissimov, questi fattori possono contribuire in modo significativo ad attenuare la volatilità di Bitcoin e aumentare la sua liquidità come asset d’investimento:
“Gli investitori istituzionali non sono la chiave per sostenere la bull run di Bitcoin, ma piuttosto un percorso attraverso cui questo mercato può essere mitigato, diventando più stabile ed efficiente.”
Detto ciò, l’arrivo di istituzioni affermate avrà un effetto sul prezzo di gran parte delle criptovalute. Questo potrebbe aiutare il settore nel suo complesso, soprattutto considerando che molti operatori della finanza tradizionale punteranno su investimenti a lungo termine, proteggendo Bitcoin da crolli simili a quelli registrati nel 2018.
Le mosse recenti sono degne di nota
All’inizio del mese, CoinShares, una società europea che si occupa di finanza crypto e exchange-traded product, ha annunciato di aver intermediato con successo uno scambio di oltre 202 milioni di dollari in certificati XBT (Bitcoin) nel primo giorno del mercato nel 2021. Il fornitore di exchange-traded-note su Bitcoin è autorizzato dalla Financial Supervisory Authority svedese e che le offerte della compagnia sono attualmente disponibili per l’acquisto tramite Nasdaq.

Secondo il report “Digital Asset Fund Flows Weekly” pubblicato l’11 gennaio da CoinShares, all’8 gennaio 34,5 miliardi di dollari in capitale si trovano in prodotti di investimento crypto. Di questo totale, 27,5 miliardi (80%) si trova in fondi Bitcoin, mentre 4,7 miliardi (13%) sono investiti in prodotti su Ether (ETH).
Confrontando le prestazioni dei fondi Bitcoin durante l’attuale bull run con quelle osservate nel 2017, il report afferma:
“Questa volta abbiamo visto una partecipazione degli investitori molto maggiore, con nuovi asset netti a 8,2 miliardi di dollari rispetto ai soli 534 milioni di dollari di dicembre 2017.”
Inoltre, l’anno scorso l’Office of the Comptroller of the Currency statunitense ha annunciato con una decisione storica che le banche nazionali possono offrire servizi di custodia per crypto asset. A questa notizia ha fatto seguito un altro importante sviluppo, quando l’OCC ha dato il via libera alle banche statunitensi per fornire servizi agli emittenti di stablecoin, come la custodia di riserve.
Anche se alcune istituzioni tradizionali svolgevano già questa pratica prima della decisione, la mancanza di chiarezza normativa creava un contesto di incertezza nel settore. Ora che le autorità competenti hanno rilasciato un chiarimento ufficiale, le stablecoin garantite con un rapporto 1:1 da valute fiat conservate nelle riserve di una banca non sono più considerate un rischio negli Stati Uniti.