Questo mese abbiamo assistito ad un incremento dell'hashrate di Bitcoin (BTC), attualmente a quota 245 EH/s. Tale crescita ha tuttavia ridotto i profitti per i miner di BTC: il 24 ottobre, l'hashprice ha raggiunto un minimo di 66,8$ per Petahash.
Il termine "hashprice" indica il ricavo che i miner BTC ottengono per ogni unità di hashrate, cioè la potenza di calcolo impiegata per elaborare le transazioni su un network Proof-of-Work.
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La difficoltà di mining di Bitcoin è in crescita sin da agosto 2022:
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I motivi dell'incremento dell'hashrate sono principalmente tre. L'espansione delle operazioni di mining, che crea maggiore competitività fra i miner; l'utilizzo di macchine ASIC sempre più performanti ed efficienti; il Merge di Ethereum, che ha spinto alcune società di mining di ETH a passare a BTC.
L'aumento dell'hashrate ha naturalmente causato un incremento anche della difficoltà di mining, in un periodo in cui il prezzo di Bitcoin fatica a crescere. Questo ha fatto collassare l'hashprice ad appena 0,0657$ per Terahash al giorno.
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Costi in aumento, profitti ridotti
Anche i costi dell'energia sono in aumento, tanto in Europa quanto nel resto del mondo; i costi energetici tendono inoltre ad aumentare in inverno, quando le persone hanno bisogno di riscaldare le proprie case. È per questo motivo che l'industria del mining sta assistendo ad una rapida espansione in Kazakistan, dove l'elettricità è molto economica.
Ma non è tutto: anche i costi delle commissioni di hosting, dell'acquisizione di nuovi miner e dell'installazione di sistemi di raffreddamento sono in crescita. Fra il 2020 e il 2021, quando il prezzo di BTC era molto più alto, numerose società di mining hanno contratto prestiti per aggiornare le proprie strutture o costruirne di nuove; debiti che ora, a causa dei profitti ridotti, faticano a ripagare.
Il grafico sottostante mostra inoltre come le principali società di mining pianifichino di espandere ulteriormente le proprie operazioni, che causerà una maggiore riduzione dei profitti in futuro:
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Se l'hashrate continuerà ad aumentare ma l'hashprice a diminuire, i margini di profitto si faranno sempre più sottili, spingendo alcune società di mining a chiudere definitivamente i battenti.
La sostenibilità è la risposta?
Alla luce delle difficoltà discusse in precedenza, le società di mining dovrebbero adottare modelli sostenibili, sia per incrementare la propria redditività che per alleviare i timori dei regolatori. Le aziende di mining possono migliorare le loro operazioni utilizzando energia eolica, solare e idroelettrica, che riduce contemporaneamente sia i costi che il loro carbon footprint. Esistono già realtà totalmente sostenibili: l'1% dell'hash rate di Bitcoin proviene infatti dalla Norvegia, dove le operazioni di mining vengono condotte sfruttando fonti energetiche al 100% rinnovabili.
Prezzo di BTC in calo, hash rate e difficoltà in crescita, così come il basso hashprice stanno erodendo i profitti dei miner: questo potrebbe portare a pratiche di mining più sostenibili e decentralizzate in tutta l'industria.