Il Merge, considerato uno degli aggiornamenti più significativi mai introdotti da Ethereum (ETH), ha ridotto il consumo energetico del network del 99,9%.
Il 15 settembre, la blockchain di Ethereum è migrata da un meccanismo di consenso Proof-of-Work (PoW) a uno Proof-of-Stake (PoS), nel tentativo di rendere la blockchain maggiormente ecosostenibile. Come si può vedere nel grafico in basso, l'update ha ottenuto i risultati sperati:
Nel 2022, prima del Merge, il consumo energetico di Ethereum oscillava tra i 46,31 TW e i 93,98 TW all'anno. Il valore più basso è stato registrato il 26 dicembre 2019, quando il network ha consumato soltanto 4,75 TW all'anno.
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A partire dal 15 ottobre, il giorno del Merge di Ethereum, i consumi del network sono scesi di oltre il 99,9%. Di conseguenza, l'attuale di carbon footprint di Ethereum è di appena 0,1 milioni di tonnellate di CO2 (MtCO2) all'anno.
In altre parole, una singola transazione su Ethereum consuma circa 0,03 kWh, con un carbon footprint di 0,01 kgCO2: secondo i dati di Digiconomist, equivale all'energia utilizzata per visualizzare due ore di video su YouTube.
Vi sono tuttavia anche aspetti negativi: la community ha espresso timori in merito all'incremento del livello di centralizzazione del network. L'aspetto della centralizzazione è diventato evidente subito dopo il Merge, dato che il 46,15% dei nodi per l'archiviazione dei dati, l'elaborazione delle transazioni e l'aggiunta di nuovi blocchi sulla blockchain apparteneva a soltanto due indirizzi.
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Sebbene i sostenitori di Ethereum sostengano che chiunque possieda 32 ETH può diventare un validatore, non si tratta affatto di una cifra esigua: al momento equivalgono a 52.000$!