Come scrissi già a giugno, il fatto che Wall Street rimanga a bordo campo non è necessariamente una cosa negativa per il nostro settore. Mentre la maggior parte degli investitori tradizionali si limita ancora ad osservare, da quattro mesi lo slancio mainstream di Bitcoin (BTC) continua a crescere. Attualmente, il prezzo di Bitcoin si aggira intorno ai 18.000$, avvicinandosi gradualmente al suo massimo storico.

Bitcoin: riserva di valore e potenziale valuta di riserva globale

Quando si parla di valutazione degli asset, il primo passo è sempre comprendere gli aspetti economici fondamentali. Azioni, bond e beni immobili, per esempio, solitamente derivano valore dai flussi finanziari generati. Di conseguenza, la valutazione di questi asset comporta la proiezione di flussi futuri. Le commodity, invece, si basano più sull’utilità, quindi i loro prezzi sono definiti dalla domanda e dall’offerta industriali.

Cos’è Bitcoin? Questo è il mio punto di vista come proprietaria:

  • Bitcoin è una moneta solida e la prima valuta nativa di internet nella società umana.
  • È scarso (con un’offerta limitata di 21 milioni), durevole (digitale), accessibile (la blockchain è aperta 24/7), divisibile (1 Bitcoin equivale a 100 milioni di satoshi), verificabile (software Bitcoin core open-source) e soprattutto resistente alla censura (criptato).
  • Con queste qualità monetarie superiori riunite in un asset, Bitcoin è un’ottima riserva di valore. Una volta raggiunta la massa critica di adozione svolgendo tale funzione, Bitcoin ha un enorme potenziale per diventare nel tempo una valuta di riserva globale e una unità di conto universale.

La storia della moneta ci insegna che generalmente le forme naturali di denaro attraversano tre fasi evolutive: la prima come oggetto da collezione (speculazione sulla scarsità), la seconda come investimento (riserva di valore), la terza come moneta (unità di conto) e pagamento (mezzo di scambio).

Tra il 2009 e il 2018, Bitcoin si trovava nella sua prima fase da “oggetto di collezione.” Era difficile stimare la domanda data la natura mutevole del trading speculativo, la cui portata superava ampiamente i possessori (per lo più cypherpunk) che credevano in Bitcoin come “moneta solida del futuro.” Inoltre, il network di Bitcoin è sopravvissuto a una delle divisioni più gravi nella comunità, che nel 2017 ha portato alla creazione di Bitcoin Cash (BCH).

Ora ci troviamo nei primi giorni della fase “investimento.” Quest’anno ci ha riservato diverse sorprese spiacevoli: una pandemia globale, incertezza permanente, stampa di moneta incorreggibile e, in contrasto, un terzo halving di successo per Bitcoin (come previsto). Per la prima volta dalla sua nascita, Bitcoin è apparso nei media mainstream come “oro digitale” in grado di proteggere chi lo possiede dal rischio di inflazione. Man mano che sempre più persone iniziano ad adottare Bitcoin come un meccanismo di tutela del patrimonio a lungo termine, un semplice quadro valutativo basato su domanda e offerta diventa molto più facile.

Ci sono molti fattori che potrebbero favorire il prezzo di Bitcoin in un framework di questo genere. Considerando che ci troviamo ancora nella fase iniziale dell’adozione mainstream, ne escluderò la maggior parte per essere prudente e mi concentrerò solo su uno scenario altamente probabile in cui l’1%-2% della ricchezza delle famiglie statunitensi viene investita in Bitcoin. Un recente report pubblicato da Fidelity raccomanda in realtà un’allocazione target del 5%.

Secondo la Federal Reserve, a giugno 2020 la ricchezza delle famiglie statunitensi ha raggiunto 112.000 miliardi di dollari. Quindi, l’1%-2% di questa cifra equivale a 1.100-2.200 miliardi di dollari in potenziale domanda. Sul fronte dell’offerta, i BTC totali in circolazione ammontano a circa 18,5 milioni. Per semplificare le cose, supponiamo che l’offerta massima di 21 milioni sia interamente in vendita. Dividendo la domanda per l’offerta massima, otteniamo un range di prezzo compreso tra 56.000$ e 112.000$. Considerando gli attuali trend macroeconomici, non è irragionevole aspettarsi uno scenario del genere nel 2021.

Se applichiamo la stessa formula alla ricchezza delle famiglie a livello globale, che secondo “The Global wealth report 2020” di Credit Suisse equivale a 400.000 miliardi di dollari, un’allocazione globale tra l’1% e il 2% potrebbe spingere il prezzo di Bitcoin tra i 228.000$ e i 456.000$. Avverrà entro la fine del 2021? Probabilmente no. Potrebbe succedere nel prossimo decennio? Molto probabile.

Cosa può andare storto?

È sempre prudente fare l’avvocato del diavolo e valutare anche i rischi al ribasso. Diamo un’occhiata ai principali rischi che potrebbero far deragliare una bull run di Bitcoin.

Rischio protocollo. Il rischio più grande viene sempre dall’interno. Bitcoin ha un valore intrinseco solo perché possiede le caratteristiche uniche della “moneta solida”: scarso, durevole, accessibile, divisibile, verificabile e resistente alla censura. Se una qualsiasi tra queste qualità viene compromessa, la base della sua opportunità d’investimento si sgretolerà. I rischi legati al protocollo erano elevati nei suoi primi anni. Dopo due grandi hard fork controversi e tre halving a buon fine, i pericoli a livello di protocollo sembrano contenuti.

Rischio politico. Considerando che Bitcoin si posiziona come il futuro del denaro, i governi sovrani potrebbero vietarne l’uso per paura che minacci le valute fiat. Tali divieti hanno già interessato diversi paesi. Tuttavia, data la mancanza di omogeneità geopolitica e il crescente slancio di Bitcoin verso il grande pubblico, il rischio di un ban fatale per la criptovaluta diminuisce di giorno in giorno.

Rischio adozione. Questo rischio riguarda la tempistica. È del tutto possibile che l’adozione mainstream di Bitcoin richieda molto più del previsto. Ad ogni modo, col passare del tempo le qualità uniche di Bitcoin dimostreranno la sua importanza.

Conclusione

Il grafico del prezzo di Bitcoin tra il 2017 e il 2018 appariva molto simile a una bolla. Tuttavia, se osserviamo la sua intera cronologia di trading, possiamo identificare un chiaro trend rialzista accompagnato da un numero sempre maggiore di indirizzi contenenti asset, così come la crescente potenza di calcolo del network. La crescita dell’hash rate medio di Bitcoin rappresenta l’aumento del suo livello di sicurezza, un fattore auspicabile per un network in cui la gente conserva la sua ricchezza.

Inoltre, le analisi on-chain mostrano che gli indirizzi attivi non sono ancora neanche lontanamente vicini ai livelli di gennaio 2018, sebbene il prezzo si stia avvicinando al suo massimo storico. Potrei essere dalla parte dei rialzisti per la traiettoria a 12 mesi di Bitcoin, ma sono davvero convinta che il tempo sarà il nostro migliore alleato.

Questo articolo non contiene consulenze o raccomandazioni in materia di investimenti. Ogni investimento e operazione di trading comporta dei rischi, i lettori sono tenuti a condurre una ricerca propria quando prendi una decisione.

Le idee e le opinioni espresse in questo articolo appartengono unicamente all’autore e non riflettono necessariamente i punti di vista di Cointelegraph.

Hong Fang è la CEO di OKCoin, un exchange di criptovalute con sede a San Francisco, e chief operating officer presso OKGroup. Hong ha un background in Wall Street, avendo trascorso quasi un decennio in Gold Sachs dove si concentrava su fusioni e acquisizioni, mercati dei capitali, investimenti, ristrutturazione e varie altre attività di sviluppo aziendale per istituzioni finanziarie tradizionali e società fintech. Si è laureata presso la Peking University di Pechino, in Cina, e possiede un master in finanza, contabilità e imprenditorialità conseguito presso la Booth School of Business dell’University of Chicago.