Secondo quanto riportato dal canale televisivo russo RT, il Venezuela sta valutando la possibilità di siglare degli accordi commerciali bilaterali con la Russia utilizzando il rublo.

Jorge Valero, rappresentante venezuelano delle Nazioni Unite, ha inoltre dichiarato che i due paesi stanno discutendo degli usi della criptovaluta statale Petro (PTR).

Valero avrebbe rivelato che le autorità venezuelane stanno lavorando con la Russia per tentare di eliminare l'uso del dollaro statunitense negli accordi commerciali tra i due paesi.

A tal scopo, starebbero valutando l'utilizzo del rublo russo e del Petro, il controverso progetto lanciato in Venezuela nel febbraio del 2018.

Nel bel mezzo del crollo economico del Paese, aggravato dalle nuove sanzioni statunitensi e dalla crisi presidenziale, Valero ha inoltre affermato che il sostegno della Russia potrebbe contribuire a ristrutturare il debito estero del Venezuela.

Il Petro venezuelano, progettato "per combattere la povertà e l'iperinflazione", è stato criticato da vari esperti in tutto il mondo per la sua scarsa esposizione. Come riportato da Cointelegraph, alcuni hanno anche messo in dubbio che la moneta fosse effettivamente sostenuta dal petrolio. A marzo 2018, dopo il lancio della criptovaluta, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha vietato ai cittadini americani di acquistare la moneta.

Recentemente, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha aggiunto la banca russa Evrofinance Mosnarbank alla sua lista delle sanzioni, poiché ritenuta una "istituzione finanziaria internazionale primaria disposta a finanziare" Petro. Nella dichiarazione, il Tresury ha descritto Petro come un progetto fallito, architettato unicamente per aggirare le sanzioni statunitensi.

Ad aprile, un consigliere del presidente russo Vladimir Putin ha proposto di adottare una valuta digitale in Crimea, con lo scopo di attirare investitori ed evitare le sanzioni internazionali.