Pagamenti con criptovalute: da lungo tempo uno degli argomenti più discussi e controversi del settore.

Nonostante la costante crescita dell'industria e l'interesse degli utenti in questa tecnologia continui ad aumentare, i pagamenti con criptovalute rimangono un caso d'uso marginale. La redazione di Cointelegraph ha intervistato commercianti e leader del settore nel tentativo di scoprire perché, dopo anni di promesse, la gente fa ancora compere con denaro tradizionale.

Chi usa le criptovalute oggi?

In generale, i pagamenti con criptovalute vengono effettuati soltanto laddove hanno senso. Ad esempio, un recente studio di Chainalysis svela che i volumi delle criptovalute sul dark web continuano a crescere.

Darknet market revenue vs. Darknet market  share of all cryptocurrency received by services

Fonte: chainalysis.com

Sebbene rappresentino soltanto una piccola parte dell'attività complessiva delle criptovalute, i mercati digitali specializzati nella vendita di prodotti illeciti non possono ovviamente utilizzare i meccanismi di pagamento tradizionali. Ciononostante, i mercati sul dark web sono minuscoli se comparati al commercio di droga basato sul contante, i cui volumi si stima siano superiori ai 400 miliardi di dollari all'anno.

Kris Marszalek, CEO di Crypto.com, ha svelato quale tipologia di prodotto legale viene maggiormente acquistata con criptovalute:

"Abbiamo Travala, che è un'agenzia di viaggi che accetta criptovalute. Ledger.com, [...] che il giorno del lancio ha registrato volumi simili a quelli di Mastercard."

Marszalek cita anche le cifre di BitPay e Coinbase Commerce, i due principali elaboratori di pagamento crypto, i cui volumi annuali sono rispettivamente di 1 miliardo e 200 milioni di dollari.

"I numeri sono molto bassi", ha schiettamente commentato Marszalek. In effetti, rispetto ai 2.000 miliardi di dollari elaborati da Visa in un solo trimestre, il settore dei pagamenti crypto è ancora incredibilmente piccolo.

I problemi dei pagamenti con criptovalute

Marszalek ha identificato una serie di problemi che ostacolano l'adozione di questo nuovo sistema di pagamento. Primo fra tutto, la mancanza di fiducia:

"Per la stragrande maggioranza dei commercianti là fuori, proprio come per la maggior parte dei clienti delle banche tradizionali, le criptovalute sono qualcosa di sconosciuto, qualcosa di cui non si fidano ancora."

Peko Wan, Chief Ecosystem Officer di Pundi X, ha espresso un parere molto simile:

"Per il grande pubblico, la percezione generale è che le criptovalute sono 'complesse da usare' o 'rischiose da possedere'."

Cointelegraph ha anche intervistato il proprietario di una sala giochi nel Regno Unito. Nonostante l'impresa supporti pagamenti in criptovalute, questa opzione non è mai stata utilizzata da nessuno: i clienti sono "troppo diffidenti verso tutte le criptovalute, perché ci sono moltissime truffe in giro."

Anche fra gli appassionati di crypto, i pagamenti rimangono un caso d'uso marginale. Lo dimostra il fatto che Wrapped Bitcoin (WBTC) sul network di Ethereum possiede un volume due volte maggiore rispetto all'intero Lightning Network.

Secondo Marszalek si tratta del classico problema dell'uovo e della gallina, vale a dire che i commercianti non supportano le criptovalute perché poco popolari fra i clienti e viceversa:

"Poiché esistono soltanto 50 milioni di persone che usano criptovalute nel mondo, i commercianti hanno pochi incentivi a supportare questa tipologia di pagamento. A meno che non operino in settori con un target demografico simile a quello delle crypto."

Le stablecoin potrebbero essere la risposta

Un altro grosso problema dei pagamenti con criptovalute è l'eccessiva volatilità, anche degli asset più consolidati. Marszalek ritiene che la maggior parte della gente conosca le crypto principalmente per le loro folli oscillazioni dei prezzi: questo "non favorisce l'adozione da parte dei commercianti".

Per tale motivo, secondo Marszalek "le stablecoin sono strumenti molto potenti" per il mondo dell'e-commerce, in quanto il loro valore è stabile ma consentono comunque di effettuare transazioni veloci e a basso costo. 

Anche Claudio Barros, proprietario del negozio portoghese di elettronica DBR Electronica nonché uno dei commercianti a supportare il servizio di Pundi X, ritiene che le stablecoin sarebbero un'ottima aggiunta all'ecosistema:

"Qualsiasi miglioramento apportato alla stabilità delle monete rappresenterebbe un vantaggio. Abbiamo bisogno di una vasta gamma di monete, da quelle ancorate al denaro tradizionale a quelle estremamente volatili, così da soddisfare ogni esigenza."

I Paesi in via di sviluppo sono interessati alle criptovalute

In Cina le criptovalute competono anche con sistemi di e-money già consolidati, come WeChat. Tuttavia, anche in questo caso secondo Marszalek le criptovalute presentano dei chiari vantaggi.

Ad esempio, Marszalek racconta di non aver potuto pagare in un ristorante di Pechino perché la versione di WeChat di Hong Kong, che lui utilizza, non viene supportata in Cina: questo non sarebbe un problema per criptovalute decentralizzate come Bitcoin. Inoltre, WeChat offre un livello di privacy praticamente nullo.

Peko Wan cita anche il caso dei Paesi in via di sviluppo:

"Negli ultimi due anni, abbiamo osservato che nei Paesi dove il valore della valuta locale è diminuito nel tempo, le persone sono più consapevoli o interessate al possesso di criptovalute."