Il recente rally di Bitcoin al di sopra della soglia psicologica chiave di 90.000 dollari si è rivelato di breve durata, con gli analisti che sottolineano le incertezze macroeconomiche in corso e una significativa riduzione degli investimenti istituzionali nei mercati crypto.
Il 2 marzo Bitcoin (BTC) ha messo a segno un rimbalzo di quasi il 10% fino a superare i 95.000 dollari, per poi formare un pattern grafico double-top attorno ai 94.200 dollari sul grafico giornaliero, una configurazione che indica un imminente ribasso dei prezzi.
Il giorno successivo Bitcoin si è attestato a circa 81.400 dollari e da allora sta lottando per rimanere al di sopra dei 90.000 dollari, come risulta da TradingView.
Grafico giornaliero di BTC/USD, double top. Fonte: TradingView
Secondo Ryan Lee, chief analyst di Bitget Research, a contribuire al crollo di Bitcoin sono diversi fattori, tra cui i fondi negoziati in borsa (ETF) in Bitcoin spot statunitensi.
L'analista ha dichiarato a Cointelegraph:
“I significativi deflussi dagli ETF Bitcoin spot hanno amplificato la pressione di vendita, dato il ritiro degli investitori istituzionali, che hanno probabilmente reagito alle incertezze macroeconomiche e al cambiamento del sentiment nei confronti del rischio.”
Gli ETF Bitcoin spot statunitensi stanno assistendo alla quarta settimana consecutiva di deflussi netti dopo aver registrato oltre 2,6 miliardi di dollari negativi durante l'ultima settimana di febbraio, stando a Sosovalue.
Flussi netti sugli ETF di Bitcoin, grafico settimanale. Fonte: Sosovalue
Oltre agli afflussi di ETF, anche i fattori macroeconomici stanno esercitando pressioni sulla quotazione di Bitcoin, sostiene Lee, aggiungendo:
“I nuovi annunci di dazi da parte del presidente Trump hanno accentuato le preoccupazioni sull'inflazione e sulla stabilità economica, inducendo gli investitori a privilegiare gli asset più sicuri rispetto agli investimenti di rischio come Bitcoin”.
Ciononostante, gli analisti restano ottimisti sulla traiettoria di prezzo di Bitcoin per il tardo 2025, con previsioni di prezzo che oscillano tra i 160.000 e i 180.000 dollari.
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Settimana prossima le preoccupazioni per i dazi doganali statunitensi potrebbero attenuarsi
Secondo Iliya Kalchev, dispatch analyst di Nexo, alcune delle preoccupazioni legate a una potenziale guerra commerciale globale potrebbero attenuarsi con gli interventi della prossima settimana.
L'implementazione dei dazi statunitensi ha “pesato” sui mercati crypto una volta entrati in vigore, provocando flessioni negli asset digitali e nei titoli azionari tradizionali, sostiene l'analista, aggiungendo:
“Tuttavia, l'ottimismo a lungo termine ha prevalso sull'inquietudine di breve dopo che il Segretario al Commercio statunitense Howard Lutnick avrebbe indicato che un accordo per la riduzione dei dazi su Canada e Messico potrebbe essere annunciato già mercoledì”.
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L'incertezza sulla politica commerciale probabilmente “manterrà il sentiment sotto controllo”, mentre l'aumento della probabilità di tagli dei tassi della Federal Reserve potrebbe “suggerire una potenziale inversione di tendenza” per i mercati crypto, conclude l'analista.
Nel frattempo, il mercato crypto sta ancora scontando l'hack da 1,4 miliardi di dollari di Bybit del 21 febbraio, il più grande attacco nella storia del settore.
Traduzione a cura di Walter Rizzo