Una nuova ricerca sostiene che il prezzo di Bitcoin (BTC) venga manipolato artificialmente in vista delle date di scadenza dei contratti future sul CME.

Il valore di Bitcoin crolla poco prima della scadenza dei contratti

Secondo uno studio condotto da Arcane Research, e recentemente pubblicato sul portale d'informazione norvegese Kryptografen, le date di scadenza dei contratti future su Bitcoin presenti sul Chicago Mercantile Exchange (CME) hanno un'influenza molto negativa sui mercati della criptovaluta.

Analizzando i movimenti dei prezzi da gennaio 2018 ad agosto 2019 la compagnia ha scoperto che, tre volte su quattro, poco prima dell'emissione dei pagamenti da parte del CME il valore di Bitcoin è diminuito.

A dicembre 2017, il CME è divenuto uno dei primi operatori a supportare contratti future basati su Bitcoin. Da allora l'interesse in questi strumenti è notevolmente aumentato, registrando regolarmente volumi sempre più alti.

Arcane ha pubblicato i risultati della propria ricerca poche ore prima che il valore di Bitcoin crollasse del 15%, toccando un minimo di quasi 8.000$. L'evento potrebbe essere pertanto legato alla prossima data di regolamento dei contratti, prevista per venerdì.

Questa settimana abbiamo anche assistito al lancio di Bakkt, attesissima piattaforma regolamentata per il trading di contratti future basati su Bitcoin, ma volumi iniziali non si sono dimostrati all'altezza delle aspettative. Ciononostante, i dirigenti della compagnia rimangono fiduciosi: secondo il COO Adam White, Bakkt consentirà di scoprire il reale valore di mercato di Bitcoin.

Si tratta di manipolazione intenzionale?

Secondo Arcane Research, i movimenti della criptovaluta appaiono molto sospetti:

"Ad oggi, le cifre supportano l'ipotesi che il prezzo di Bitcoin venga manipolato in vista della scadenza dei contratti sul CME. Tuttavia, questi dati non svelano se si tratta o meno di una manipolazione intenzionale. Ad esempio, questi movimenti potrebbero essere semplicemente legati ad una strategia popolare fra gli investitori per proteggere i propri fondi."

Ad agosto di quest'anno, Arcane Research ha pubblicato un'altra ricerca parecchio interessante. L'azienda sostiene infatti che l'effettiva dominance di Bitcoin sia superiore al 90%, in quanto bisognerebbe tenere conto anche della liquidità dei vari token presenti sul mercato:

"Una persona potrebbe essere in grado di vendere un token per 3 dollari, ma cosa succede se vuole venderne un milione? Se non si tiene conto della liquidità, la capitalizzazione di mercato diventa una misura insignificante."