Nota: L'articolo è stato aggiornato per evidenziare che il rapporto delle Nazioni Unite fa riferimento al documento di Mora et al. 2018, che ha sovrastimato le emissioni delle operazioni di mining includendo nella propria analisi gli impianti non redditizi.

Un recente studio condotto dalle Nazioni Unite suggerisce una correlazione diretta tra il prezzo di Bitcoin (BTC) e l'energia necessaria per le operazioni di mining.
Gli scienziati delle Nazioni Unite hanno valutato le attività di 76 nazioni dedite al mining di Bitcoin durante il periodo 2020-2021 e hanno rilevato come la rete globale di mining di Bitcoin abbia consumato 173,42 terawattora di elettricità. Durante questo arco di tempo, l'ecosistema delle criptovalute stava registrando una vera e propria corsa al rialzo che ha portato Bitcoin a siglare il massimo storico di 69.000$. Il rapporto delle Nazioni Unite evidenzia che:

"Un aumento del 400% del prezzo di Bitcoin dal 2021 al 2022 ha innescato un aumento del 140% del consumo energetico della rete mondiale di mining di Bitcoin".

All'epoca, le fonti di energia fossile rappresentavano il 67% dell'elettricità consumata per il mining di Bitcoin. Tuttavia, i crypto imprenditori hanno intrapreso misure proattive per incrementare la loro dipendenza dall'energia verde.
L'energia idroelettrica ha soddisfatto oltre il 16% della domanda totale di elettricità della rete globale di mining di Bitcoin; le fonti di energia nucleare, solare ed eolica hanno fornito rispettivamente il 9%, il 2% e il 5%.
Tuttavia, i membri della crypto community hanno contestato il rapporto delle Nazioni Unite per aver fatto riferimento al documento di Mora et al. 2018, il quale aveva sovrastimato i livelli di emissioni di carbonio degli impianti di mining includendo nella propria analisi gli impianti di mining non redditizi.

Una delle cose assurde del documento delle Nazioni Unite è che gli autori hanno letto le confutazioni al documento di Mora et al, in quanto citano il documento di Houy del 2019, ma solo per segnalare che il prezzo di BTC è un fattore che determina la redditività dell'estrazione di BTC. Gli autori dell'ONU hanno completamente ignorato la parte iniziale...

Anche Nic Carter ha criticato il rapporto delle Nazioni Unite per aver citato "un'università completamente fallace nei propri studi (mora et al 2018)".
Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, le prime 10 nazioni che all'epoca estraevano Bitcoin – Cina, Stati Uniti, Kazakistan, Russia, Malesia, Canada, Germania, Iran, Irlanda e Singapore – erano responsabili del 92%-94% dell'impronta globale di carbonio, idrica e terrestre di Bitcoin.
La spinta globale verso alternative più ecologiche per soddisfare la domanda di rete contribuirà a ridurre l'impronta di carbonio di Bitcoin e dell'ecosistema crypto.

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Recentemente, Genesis Digital Assets Limited, una società di mining e data center con oltre 400 megawatt (MW) di generazione di energia in tutto il mondo, ha inaugurato un nuovo data center in Svezia che gestisce 1.900 macchine per il mining di Bitcoin, grazie al fiorente surplus di energia rinnovabile del Paese.
Christian Anders, fondatore di BT.CX, ha dichiarato a Cointelegraph che il mining di Bitcoin non sia molto diffuso a causa degli alti prezzi dell'energia. Tuttavia, ha aggiunto:

"Svezia, Finlandia e Norvegia hanno un'eccedenza di energia e prezzi negativi di tanto in tanto, e principalmente energia rinnovabile sotto forma di energia idroelettrica in una posizione remota e difficile da distribuire".

Parallelamente, i produttori di dispositivi per il mining di Bitcoin continuano a fornire hardware ad alta efficienza energetica. Al World Digital Mining Summit del 22 settembre, i miner di Bitcoin hanno condiviso i loro piani per contribuire alla decarbonizzazione dell'ecosistema crypto.

Bitmain ha presentato il suo Antminer S21, orientato all'efficienza, mentre Nazar Khan, direttore operativo di TerraWulf, ha sottolineato che il ruolo dei produttori di attrezzature per Bitcoin "è quello di localizzare i nostri carichi di mining e di facilitare il processo di decarbonizzazione".

Traduzione a cura di Walter Rizzo