Un docente dell'Università di Hong Kong ha affermato che la tecnologia blockchain e strategie basate sull'intelligenza artificiale potrebbero aiutare a contrastare la diffusione del coronavirus.

Syren Johnstone, Direttore esecutivo del master in legge presso l'Università di Hong Kong, ha recentemente pubblicato un post sul blog della Oxford University Faculty of Law Department nel quale sostiene che l'epidemia del coronavirus dovrebbe essere vista come una "chiamata alle armi per l'industria della tecnologia."

Blockchain, AI e il mercato

Johnstone inizia affermando che l'operato delle organizzazioni benefiche viene attualmente ostacolato dall'incapacità di incanalare le donazioni in maniera efficace a causa delle scelte politiche e istituzionali adottate da Pechino.

In particolare, attualmente in Cina soltanto cinque istituzioni benefiche scelte dal governo possono ricevere donazioni, un approccio che secondo Johnstone "ricorda molto la Cina prima del 2016", vale a dire quando il Paese ha introdotto una legge che consentiva la creazione di enti di beneficenza anche nel settore privato.

L'uomo ha poi continuato:

"L'ordine governativo di canalizzazione presuppone implicitamente che i cinque enti di beneficenza sostenuti dal governo siano idonei allo scopo e in grado di gestire al meglio la crisi.

Questa ipotesi è tuttavia in contrasto con prove sia recenti che storiche, secondo le quali le organizzazioni scelte dal governo faticano a gestire anche le proprie responsabilità di base."

Secondo Johnstone, l'approccio centralizzato di Pechino non fa altro che aggravare ulteriormente il problema: a suo parere dovrebbe essere il mondo della tecnologia, e non quello politico, ad offrire una soluzione. Cita ad esempio la blockchain e l'intelligenza artificiale, già utilizzate su larga scala da compagnie come Alibaba, SF Express e Apple. "Perché non pure gli enti di beneficenza?"

La blockchain consentirebbe di registrare e tracciare le donazioni in maniera estremamente trasparente, rendendo le entità coinvolte nel processo responsabili nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto. Una maggiore visibilità da parte del grande pubblico, spiega Johnstone, ridurrebbe notevolmente i casi di cattiva gestione e aumenterebbe la fiducia nelle istituzioni.

A tal proposito Johnstone cita le parole di Xi Jinping, l'attuale presidente cinese, che ad ottobre dello scorso anno ha esortato il Paese ad adottare la tecnologia blockchain per migliorare i settori dell'industria e dei servizi.

Johnstone conclude il proprio post affermando che la soluzione al problema del coronavirus risiede proprio in uno dei principi del moderno governo cinese:

"Il mercato dovrebbe poter svolgere un ruolo decisivo nell'allocazione delle risorse. Le riforme apportate in Cina alla proprietà pubblica, privata e mista dimostrano che le organizzazioni controllate in maniera centralizzata [...] non hanno sviluppato nuovi sistemi gestionali e soluzioni ad un ritmo comparabile a quello dell'impresa privata."

Altre iniziative benefiche basate su blockchain

Nell'ottobre del 2018 è stata ufficialmente lanciata la Blockchain Charity Foundation, iniziativa sociale fondata dal popolare exchange di criptovalute Binance, che si occupa di accettare donazioni benefiche tramite blockchain.

Anche la Croce Rossa ha annunciato l'utilizzo della blockchain per migliorare il sistema di distribuzione degli aiuti benefici e in questo stimolare le economie in via di sviluppo.