La Banca Centrale Russa ha recentemente rilasciato un resoconto nel quale viene affermato che al momento le criptovalute non rappresentano una minaccia per la stabilità finanziaria globale, in quanto il volume di transazioni nel settore è ancora molto basso.

Nel documento viene inoltre spiegato che il Consiglio per la Stabilità Finanziaria preferisce utilizzare il termine "asset crittografici" piuttosto che "criptovalute": i token non sono infatti delle vere e proprie monete, ma piuttosto dei beni finanziari basati su crittografia e registri distribuiti.

Nel sistema finanziario globale, il volume del segmento delle criptovalute è "insignificante", afferma il resoconto. Gli asset crittografici potrebbero tuttavia rappresentare un'effettiva minaccia per la stabilità economica se tali mercati dovessero continuare a crescere, coinvolgendo anche investitori istituzionali, banche ed altri importanti organi dell'industria. Ma al momento la forte volatilità dei prezzi impedisce agli asset crittografici di diventare strumenti affidabili di scambio e riserve di valore.

Nel documento vengono inoltre elencati i numerosi rischi legati agli investimenti in criptovalute, compresa la totale mancanza di protezione e garanzie per gli utenti, oppure la semplicità con la quale è possibile riciclare denaro sporco o finanziare il terrorismo.

In Russia, questo mese la Duma di Stato ha approvato la prima lettura delle nuove leggi che regolano l'industria delle criptovalute. Tali normative definiscono monete e token digitali come proprietà, e spiegano nel dettaglio come interagire con tali tecnologie.

La scorsa settimana, la banca russa Sberbank CIB e il National Settlement Depository hanno annunciato la prima Initial Coin Offering (ICO) ufficiale del paese. Igor Bulantsev, presidente di Sberbank CIB, ha dichiarato che la banca considera il mercato russo delle ICO "altamente promettente", sottolineando che molti dei loro clienti "sono interessati a questo nuovo metodo di raccolta fondi".