Secondo quanto riportato in data 16 luglio dal portale d'informazione South China Morning Post (SCMP), il numero di aziende cinesi con la parola "blockchain" nel nome è assai aumentato, di quasi sei volte rispetto allo scorso anno.

Citando i dati raccolti dall'aggregatore civile Qixin.com, SCMP afferma che oggigiorno nel paese esistono oltre 4.000 compagnie operanti nel settore delle criptovalute: nel nome di ben 3.078 di queste è presente il termine "blockchain". A confronto, negli Stati Uniti vi sono 817 denominazioni registrate con questo vocabolo, mentre 335 nel Regno Unito.

Negli ultimi dodici mesi, pare che nel paese siano state fondate 16.600 nuove aziende che indicano la blockchain come parte della propria area di attività; 3.800 di queste hanno dichiarato un capitale superiore a 1,5 milioni di dollari. Inoltre, circa il 41% delle start-up cinesi che nel 2017 hanno ricevuto finanziamenti erano legate all'industria delle monete digitali.

SCMP riporta oltretutto che lo scorso anno in Cina sono stati registrati ben 255 brevetti legati al settore blockchain, più della metà del numero complessivo globale.

Recentemente lo sviluppo della blockchain ha ottenuto ulteriore supporto dal vicedirettore del Ministero dell'Industria e dell'Informatica, che ha esortato il paese ad "unire" le forze per promuovere la blockchain come tecnologia alla base della nuova economia digitale.

La scorsa settimana Fan Wenzhong, il capo del dipartimento internazionale della Commissione Cinese per la Regolamentazione di Banche e Assicurazioni, ha tuttavia messo in guardia dal "fascino mitologico" della blockchain. L'uomo ha infatti spiegato che, nonostante si tratti di "un'innovazione significativa", rendere tale tecnologia una sorta di mito non fa altro che danneggiarla.