Secondo quanto rivelato ad alcune fonti anonime al portale d'informazione Fortune, pare che Coinbase abbia recentemente concluso una vasta indagine interna, arrivando alla conclusione che a dicembre dello scorso anno non sia avvenuto alcun tipo di insider trading di Bitcoin Cash (BCH).

In particolare, pare che tale indagine sia stata condotta da due studi legati indipendenti nel corso di svariati mesi. Un rappresentante della compagnia ha affermato:

"Non esiteremmo a terminare i nostri rapporti con un dipendente o un appaltatore, e/o intraprendere le appropriate azioni legali, nel caso in cui fossero presenti delle prove che garantiscono la violazione delle nostre politiche. Possiamo con certezza affermare che l'indagine interna, volontaria e indipendente, si è conclusa: abbiamo scelto di non adottare alcun provvedimento disciplinare".

A gennaio di quest'anno Coinbase aveva annunciato che la propria piattaforma avrebbe ufficialmente supportato BCH. Tuttavia le speculazioni su un possibile caso di insider trading hanno già avuto inizio in data 19 dicembre, quando la compagnia ha per errore mostrato la criptovaluta sul proprio portale in rete, quasi un mese in anticipo rispetto alla tabella di marcia.

L'evento ha portato ad un'improvvisa impennata del prezzo di Bitcoin Cash, spingendo molti membri della comunità a sospettare che non si trattasse affatto di un errore, bensì di un modo per generare profitti.

Nonostante le indagini di Coinbase non abbiano svelato alcun caso di insider trading, la causa legale collettiva indetta dai clienti della compagnia è ancora attiva. La denuncia richiede un risarcimento per i danni causati dalla negligenza e dalla violazione delle leggi per la protezione dei consumatori da parte dell'azienda. Lynda Grant, avvocato a supporto dei querelanti, ha inoltre affermato che anche la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) starebbe indagando sul caso.

Recentemente Coinbase ha ritirato alcune dichiarazioni rilasciate in precedenza: la piattaforma non ha ancora ottenuto alcuna licenza ufficiale per lo scambio di security dalla Securities and Exchange Commission (SEC) e dalla Financial Industry Regulatory Authority (FINRA). Pare infatti che le comunicazioni tra la società e gli organi di regolamentazione siano avvenute in maniera meramente "informale".