Bitgrail, exchange italiano di criptovalute chiuso a causa di un presunto attacco informatico, ha recentemente annunciato su Twitter la riapertura dei servizi, per poi segnalare la loro interruzione appena tre ore più tardi.

Poco dopo, Bitgrail ha pubblicato una dichiarazione sul portale ufficiale della piattaforma, spiegando le ragioni di tale sospensione:

"Questa mattina, in seguito alla riapertura, siamo stati avvisati da un atto della corte di Firenze che ha richiesto la chiusura immediata di BitGrail. Questa situazione persisterà fino a quando il tribunale non prenderà una decisione riguardo alla richiesta di sospensione cautelare effettuata dallo studio legale Bonelli per conto di un cliente.

Tale decisione è prevista per il 16 maggio 2018.

Nonostante non siamo d'accordo con questa scelta, siamo obbligati a rispettare la legge e a sospendere immediatamente tutti i servizi offerti da BitGrail".

A febbraio di quest'anno, è stata constatata la scomparsa di 17 milioni di NANO (136 milioni di dollari) dalle casse dell'exchange. L'incidente ha dato vita ad una lunga controversia tra gli sviluppatori della criptovalute e Francesco “The Bomber” Firano, proprietario e gestore di BitGrail. Il team di sviluppo afferma infatti che Firano abbia richiesto l'insabbiamento di ogni traccia del furto, accusa subito smentita dall'uomo.

Non è ancora chiaro su chi debba ricadere la colpa: sicurezza scadente da parte di Bitgrail, oppure un problema con la Blockchain di Nano? A marzo di quest'anno Firano ha tuttavia promesso che gli utenti della piattaforma sarebbero stati risarciti, a patto che nessuno di loro sporga denuncia.

Ad aprile, negli Stati Uniti è stata intentata una causa legale collettiva ai danni degli sviluppatori di Nano, sia per la vendita di security non registrate che per aver mentito riguardo all'affidabilità dell'exchange BitGrail. La denuncia richiede l'implementazione di una hard fork per ripristinare i fondi scomparsi.