L’hard fork London di Ethereum, eseguito il 5 agosto, ha inaugurato una nuova era nella transizione verso Ethereum 2.0, una blockchain completamente Proof-of-Stake (PoS). Infatti, l’aggiornamento London è il penultimo passo sulla strada che porta alla transizione finale alla PoS, prevista per il 2022. L’aggiornamento è stato attivato quasi puntualmente alle 14:33 una volta raggiunta la block height di 12.965.000.

Oltre all’attesissima Ethereum Improvement Proposal (EIP) 1559, questo aggiornamento introduce altre quattro EIP al network: EIP-3554, EIP-3541, EIP-3198 e EIP-3529. Il cambiamento principale apportato da EIP-1559 è la gestione delle commissioni di transazione sulla blockchain. Nel meccanismo precedente, i costi di transazione venivano distribuiti direttamente ai miner, mentre ora è presente una commissione di rete fissa per blocco che viene distrutta, portando a ricavi minori per i miner.

Un rappresentante di ConsenSys, società di tecnologia blockchain che supporta l’infrastruttura di Ethereum, ha spiegato a Cointelegraph che l’entusiasmo degli utenti si oppone al malcontento iniziale dei miner:

“Gli utenti sembrano molto più favorevoli all’hard fork in quanto offre loro gas fee più prevedibili. Attualmente, il 97,5% dei client è pronto per l’hard fork London. È per questo che EIP-1559 è diventata popolare nella comunità ed è la proposta più importante approvata dalla comunità di Ethereum e inclusa nell’hard fork London.”

Tuttavia, i miner hanno ancora un flusso di entrate supplementare oltre alla ricompensa pari a due Ether (ETH) che ricevono per ogni nuovo blocco. EIP-1559 introduce infatti il concetto di “mancia” al meccanismo delle commissioni: la mancia può essere vista come una tariffa che applicazioni e utenti possono decidere di pagare se vogliono che il network dia la priorità alla loro transazione.

Kent Barton, responsabile ricerca e sviluppo della piattaforma di trading crypto ShapeShift, ha parlato dell’impatto di EIP-1550 sulle dinamiche della comunità con Cointelegraph, affermando: “La riduzione della redditività dei miner associata a 1559 ha portato a una certa opposizione iniziale da questo segmento dell’ecosistema Ethereum. Tuttavia, non c’erano alternative realistiche, 1559 aveva l’ampio sostegno del resto della comunità.

Il MEV diventa sempre più rilevante prima della fusione

Barton crede che i miner abbiano deciso di abbandonare la loro posizione di ostilità, in quanto un hard fork controverso e impopolare, avrebbe causato una correzione del prezzo di ETH, andando contro i propri interessi. In risposta alla riduzione delle entrate dirette distribuite ai miner, diverse mining pool hanno iniziato a ricorrere a soluzioni Miner Extractable Value (MEV) per incrementare i ricavi netti.

Il MEV è un parametro che misura il profitto che un miner, validatore o sequenziatore possono guadagnare, usando la loro capacità di trarre beneficio dall’arbitraggio includendo, escludendo o riordinando transazioni all’interno dei blocchi prodotti. Le soluzioni MEV possono essere attivate ed eseguite solo dai miner, in quanto sono gli unici con il potere di organizzare le transazioni in un blocco sul network.

Caleb Sheridan, core developer di Eden Network, una soluzione di priorità per transazioni, ha parlato di MEV con Cointelegraph:

“Il MEV è più importante che mai. I miner stanno trovando nuovi modi per incrementare le proprie entrate dopo la riduzione introdotta da EIP-1559. Queste tecniche e strumenti arriveranno anche sulla Proof-of-Stake, dove verranno usati anche dai validatori per aumentare le entrate.”

Sheridan ha aggiunto che le soluzioni MEV offrono ai miner coinvolti ricompense maggiori per “la partecipazione onesta nel protocollo di ordinamento proposto dal network.” Questo manterrà tali soluzioni rilevanti per i validatori dopo il completamento della transizione alla PoS.

Tuttavia, è importante ricordare che uno degli obiettivi principali dell’aggiornamento London attraverso EIP-1559 era arginare il problema delle gas fee elevate che hanno tormentato il network per tutta la bull run da fine Q4 2020 a metà Q2 2021. Dall’attivazione dell’aggiornamento London del 5 agosto, anche le gas fee hanno registrato un aumento.

I prezzi del gas sono cresciuti del 44% dai livelli pre-London di 45,77 gwei il 4 agosto a un massimo intoccato da 45 giorni di 65,22 gwei il 10 agosto. I gwei sono una quantità usata per calcolare le gas fee. Un gwei o Gigawei è una piccola unità di Ether, conosciuta come la unità di base più piccola del token. Un gwei equivale a 0,000000001 ETH, e 1 ETH equivale a 1 miliardo di gwei.

Ad ogni modo, questo picco delle gas fee potrebbe essere semplicemente il risultato di una maggiore congestione del network dovuta alla price action dell’asset e allo stesso aggiornamento. Occorre sottolineare che l’aumento post-London ha portato le gas fee a livelli molto inferiori rispetto a quelli di maggio, l’ultima volta che ETH ha visitato il suo attuale range di prezzo.

Queste gas fee aumentate vengono ora distrutte invece di essere distribuite ai miner, portando quindi all’eliminazione di alcuni token Ether dall’economia del network. L’impatto dei burn introdotti da EIP-1559 aggiunge pressione deflazionistica sul token. Il rappresentante di ConsenSys ha spiegato:

“Il sentiment degli investitori nei confronti di ETH come asset sembra reagire all’offerta in calo di ETH a causa di EIP-1559. Sono già stati distrutti 23.000 ETH, rallentando il tasso di emissione di nuovi ETH (distribuiti sotto forma di block reward per i nuovi blocchi aggiunti alla blockchain).”

All’attuale tasso di burn, vengono distrutti 2,3 ETH al minuto. Ciò significa che, all’attuale valore di mercato del token, 10,7 milioni di dollari in ETH vengono distrutti ogni giorno. Questo tasso di burn ha dato vita alla narrativa di “asset deflazionistico” per il token nativo di Ethereum. In realtà, però, questo aggiornamento non rende davvero Ether un asset deflazionistico, bensì ne riduce semplicemente il tasso di inflazione. Infatti, Ether rimarrà inflazionistico anche in seguito alla transizione a Ethereum 2.0.

Un modello realizzato da Justin Drake della Ethereum Foundation rivela che, nell’ipotesi più probabile, ci saranno 1.000 ETH messi e 6.000 ETH distrutti al giorno. Il suo modello presuppone che se più validatori si uniscono e il rendimento percentuale annuo (APR) dello staking è del 6%, il calo annuale dell’offerta sarà pari a 1,6 milioni di token Ether, riducendo il tasso di emissione annuo per l’asset all’1,4%. Questo modello conferma che il token sarà ancora un asset inflazionistico, ma avrà una maggiore pressione deflazionistica.

I guadagni di ETH superano BTC tra altri parametri

Il recente hard fork di Ethereum è risultato in forti guadagni per il token nativo. ETH ha visitato livelli superiori ai 3.000$, a circa 30% di distanza dal massimo storico di 4,362$ raggiunto il 12 maggio 2021. Il token si trova a livelli visitati a maggio, prima del flash crash che il 19 maggio ha colpito gran parte del mercato crypto, giorno oggi noto come “Black Wednesday.”

Anche Bitcoin (BTC) ha registrato guadagni notevoli negli ultimi sette giorni, ma Ethereum ha sovraperformato di nuovo la principale criptovaluta. I guadagni settimanali di ETH sono pari al 29,62%, rispetto al 21,69% del prezzo di Bitcoin.

Come ha commentato Armstrong, “l’aggiornamento London è stato un passo importante nella tabella di marcia di Ethereum, ma il suo movimento contro Bitcoin è molto più di London: è un effetto rete di investitori istituzionali, NFT, l’estate DeFi e la sfiducia del pubblico generale nei confronti della CeFi.” Mike McGlone, senior commodity strategist di Bloomberg Intelligence, ha persino ipotizzato che Ethereum potrebbe spingere Bitcoin a 100.000$.

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Il prossimo passo per Ethereum sarà la fusione finale con il sistema Proof-of-Stake, che secondo ConsenSys “avverrà probabilmente a inizio 2022.” Inoltre, il rappresentante di ConsenSys ha rivelato che alcuni analisti anticipano che presto le ricompense di staking distribuite aumenteranno di oltre il doppio raggiungendo 20 miliardi di dollari, ed entro il 2025 raddoppieranno di nuovo per arrivare a 40 miliardi di dollari.

Che queste previsioni si realizzino o meno, è evidente osservando il sentiment di mercato che nonostante il crollo del mercato tra giugno e luglio Ether sta cementando ulteriormente il suo posto come la criptovaluta con utilità, soprattutto con aggiornamenti al network come l’hard fork London che ne stimolano la crescita affrontando punti dolenti pre-esistenti come le gas fee.

Sembra che la comunità stia reagendo bene a ciò che il fondatore di ConsenSys e co-fondatore di Ethereum, Joseph Lubin, ha definito l’introduzione della moneta ultrasolida. Persino Kevin O’Leary, noto giudice di Shark Tank, ha promosso ulteriormente la narrativa di “ultrasound money,” citando come causa il fatto che l’offerta di ETH non ha un minimo.