Dopo aver studiato per mesi il "promettente e stimolante" potenziale dei registri distribuiti, l'Unione Europea sembra finalmente pronta ad approcciarsi all'industria blockchain.
Come tutto ha avuto inizio
A febbraio di quest'anno, la Commissione Europea ha lanciato ufficialmente il Blockchain Observatory and Forum, il cui scopo è quello di promuovere lo sviluppo della tecnologia nel continente e risolvere eventuali problematiche.
Da allora l'istituzione, supportata dal Parlamento Europeo, ha rilasciato tre resoconti sul tema delle criptovalute. Il primo, dal titolo "Blockchain Innovation in Europe", è stato pubblicato a luglio; il secondo, "Blockchain and the GDPR", risale invece ad ottobre; "Blockchain for Government and Public Services" è stato infine presentato a dicembre.
Un altro importante passo è stato inoltre compiuto ad aprile, quando ventidue paesi hanno firmato la dichiarazione che ha dato vita alla European Blockchain Partnership (EBP). Da allora altre cinque nazioni hanno scelto di partecipare all'iniziativa: Grecia e Romania a maggio, Danimarca e Cipro a giugno, e infine Italia a settembre. Questa organizzazione mira a migliorare sicurezza, privacy, efficienza energetica e interoperabilità dei registri distribuiti, nel pieno rispetto delle normative europee.
Mariya Gabriel, commissario della Digital Economy and Society, ha commentato:
"La blockchain rappresenta una fantastica opportunità per l'Europa e gli Stati Membri, così da poter rivalutare i sistemi d'informazione, promuovere maggiore fiducia negli utenti, garantire la protezione dei dati, aiutare a creare nuove opportunità di business e stabilire aree di leadership ancora inesplorate. In tal modo sarà possibile apportare benefici a cittadini, aziende e servizi pubblici."
In autunno ResearchAndMarkets.com ha pubblicato un resoconto intitolato "EU5 Blockchain Technology Market (2018-2023)", nel quale afferma che entro il 2020 l'Unione Europea incrementerà i propri investimenti nella blockchain da 94 milioni a 386 milioni di dollari. Tale pronostico viene supportato dalla notizia che la Commissione Europea pianifica liberalizzazione delle regolamentazioni e la realizzazione di una speciale task force dedicata esclusivamente alla blockchain.
Un'altra importante tappa verso l'adozione della blockchain è stata raggiunta ad ottobre, quando il Parlamento Europeo ha pubblicato un documento intitolato "Distributed ledger technologies and blockchains: building trust with disintermediation", all'interno del quale l'istituzione spiega che le tecnologie distribuite potrebbero potenzialmente influenzare non soltanto i settori economici, ma anche svariati ambiti della nostra società: sanità, trasporti, educazione, diritti d'autore, gestione pubblica, protezione dei dati e molto altro.
Settore della sanità
Il potenziale utilizzo della blockchain nel settore della sanità è stata una delle primissime iniziative discusse dall'Unione Europea, portando alla nascita di My Health My Data (MHMD): questo progetto mira a "sfruttare la tecnologia blockchain per consentire l'archiviazione e la trasmissione di dati medici in maniera efficace e sicura". Nel documento di ottobre viene inoltre sottolineato che la blockchain potrebbe "migliorare l'efficienza della trasmissione di test clinici, nonché consentire un veloce scambio di dati fra istituzioni pubbliche e private, sotto il costante controllo dei cittadini/pazienti".
Lo scopo dell'Unione Europea è in generale quello di incrementare il livello di protezione dei dati personali, offrendo alle persone "maggiore controllo su come le proprie informazioni vengono archiviate, gestite e utilizzate". Stando a quanto riportato nel documento di ottobre, la blockchain consente di "proteggere la privacy dei dati medici", permettendo al tempo stesso ai cittadini di "beneficiare di maggiore trasparenza e scegliere quali informazioni condividere, anche per quanto riguarda il loro utilizzo da parte di compagnie assicurative".
L'Unione Europea sottolinea inoltre importanza di migliorare il settore sanitario "attraverso l'interoperabilità dei dati medici elettronici, la verifica delle identità e il miglioramento della distribuzione dei farmaci".
Servizi finanziari
I registri distribuiti potrebbero inoltre apportare enormi benefici anche al settore finanziario in Europa. Grazie infatti "alla migliore gestione dei dati e alla semplificazione del processo di transazione", è possibile "migliorare il livello di trasparenza e ridurre sia i costi degli scambi che altre spese celate".
La Commissione Europea e gli organi normatici locali pianificano di monitorare le varie implementazioni della blockchain nell'industria finanziaria, e sono incoraggiate a "compiere le ricerche e la sperimentazione che le importanti istituzioni finanziarie hanno intrapreso nell'esplorazione delle capacità dei registri distribuiti".
La Commissione Europea e i vari organi normativi nazionali pianificano di monitorare le numerose applicazioni della blockchain nell'industria finanziaria. Il Parlamento ha tuttavia espresso le proprie preoccupazioni riguardo alla "volatilità e incertezza" delle criptovalute: per tale motivo ha ordinato alla Commissione Europea e alla Banca Centrale Europea di "fornire resoconti sull'instabilità delle monete digitali, identificare potenziali pericolo per il pubblico ed esplorare la possibilità di incorporare le monete digitali all'interno del sistema di pagamento tradizionale".
Per non parlare dei rischi legati alle Initial Coin Offering e alla "totale mancanza di trasparenza riguardo a quali strutture normative poter applicare alle ICO": in particolare quest'ultimo punto potrebbe avere effetti parecchio negativi sul potenziale d'investimento di tali campagne di raccolta fondi. Per tale motivo il Parlamento ha chiesto alla Commissione Europea e alle varie autorità nazionali di "indicare i criteri per il miglioramento della protezione degli investitori, ed elencare obblighi e requisiti degli organizzatori di ICO".
Maggiori certezze in questo settore potrebbero incrementare esponenzialmente il livello di protezione di investitori e consumatori, e al tempo stesso ridurre i rischi generati da "informazioni asimmetriche, comportamenti fraudolenti, nonché attività illecite come riciclaggio di denaro ed evasione fiscale"
Il luminoso futuro della blockchain in Europa
La scorsa settimana quattro importanti aziende operanti nel settore delle criptovalute (Ripple, NEM Foundation, Emurgo e Fetch.AI) hanno fondato l'associazione "Blockchain for Europe", allo scopo di promuovere la comprensione e regolamentazione dei registri distribuiti.
Per il momento non sembra tuttavia che la Commissione Europea pianifichi la promozione di una struttura normativa internazionale per gli ecosistemi blockchain. L'idea sembra invece quella di incoraggiare la regolamentazione della tecnologia a livello locale.
Un chiaro esempio di questa scelta è il rilascio della dichiarazione, redatta da sette paesi dell'Unione Europea, volta a promuovere l'utilizzo della blockchain in Europa meridionale. Il progetto è stato originariamente avviato da Malta, e successivamente supportato anche da Italia, Cipro, Francia, Grecia, Portogallo e Spagna durante un incontro tenutosi a Bruxelles.
La Svizzera è un altro importante paese in Europa, anche se non uno Stato Membro, divenuto celebre a livello internazionale per le proprie regolamentazioni estremamente favorevoli a blockchain e criptovalute.