Bitcoin (BTC) inizia una nuova settimana con molto terreno da recuperare, dopo la sua mensilità di aprile peggiore di sempre.

La chiusura mensile ha ricollocato BTC/USD all'interno del trading range valido da inizio anno, e già sono in molti a temere prossime correzioni in area 30.000$ o anche più in basso.

Malgrado ciò, il sentiment per il mese che ci attende pare generalmente migliore: nonostante le criptovalute rimangano correlate a fattori macro, i dati on-chain alimentano ottimismo.

Con una decisione sulla politica economica degli Stati Uniti prevista per il 4 maggio, tuttavia, nei prossimi giorni potrebbero susseguirsi reazioni istintive e, di conseguenza, volatilità, mentre i mercati tenteranno di allinearsi con le politiche della banca centrale.

Analizziamo insieme questi ed altri fattori destinati ad influenzare la price action di Bitcoin nei giorni a venire.

 

La Fed torna sotto i riflettori

Questa settimana, tanto per cambiare, i mercati macro sono in tensione, mentre si attende la prossima riunione della Federal Reserve degli Stati Uniti.

Al dilagare dell'inflazione in tutto il mondo, ci si aspetta che il presidente Jerome Powell mantenga le sue precedenti promesse, e che annunci ulteriori rialzi dei tassi di interesse.

Mercoledì sarà fondamentale.

Ci si aspetta che la Fed confermi un programma di vendita di 95 miliardi di dollari al mese che non è ancora stato assorbito dal mercato.

Quanto gravi e quanto velocemente verranno applicati rappresenta una questione di dibattito, e se i mercati abbiano già "prezzato" le varie opzioni.

Qualsiasi shock è probabile che scateni una volatilità quantomeno temporanea sui mercati, senza esclusione del mercato crypto, come negli ultimi sei mesi circa.

L'attenzione è quindi rivolta alla riunione del Federal Open Markets Committee (FOMC), prevista per il 3 e 4 maggio.

"Prima è arrivata la Fed. Poi la Netflixpocalypse. Poi l'invasione russa. Poi le sanzioni. Poi di nuovo la Fed e il più grande dump del Tesoro di sempre. Questa settimana ci sono stati i guadagni. La prossima settimana di nuovo la Fed", ha riassunto l'analista macro Alex Krueger durante il fine settimana:

"Mercoledì, l'annuncio del QT da parte della Fed determinerà il destino del mercato".

Krueger si riferiva a una politica nota come quantitative tightening (QT), la controparte del quantitative easing, o QE, che descrive una stretta del supporto economico da parte della Fed, nel tentativo di ridurre il suo bilancio da 9.000 miliardi di dollari.

Secondo molti Bitcoiner, gli asset di rischio, già sensibili ad un ambiente conservativo, rischiano di correggere molto nei prossimi mesi, trascinando le criptovalute con loro.

"È facile trascurarlo, dato l'ampio ribasso del mercato la scorsa settimana, ma: Insieme ai titoli meme, l'azionario correlato a Bitcoin sta già facendo nuovi minimi", ha aggiunto Jurrien Timmer, director of global macro di Fidelity Investments, gigante della gestione patrimoniale.

Un grafico dell'indice azionario correlato a Bitcoin di Goldman Sachs – 19 azioni a grande capitalizzazione con esposizione alle criptovalute – ha evidenziato il relativo dolore già penato da questi asset.

Grafico delle equity di Goldman Sachs correlate a Bitcoin. Fonte: Jurrien Timmer/ Twitter

La prossima settimana l'attenzione si sposterà nuovamente sull'inflazione stessa, con la pubblicazione dei dati dell'indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti registrati ad aprile.

Bitcoin indirizzato verso i 28.000$?

A circa 37.600$, la chiusura mensile di aprile è stata decisamente poco entusiasmante per gli hodler di Bitcoin, come riportato da Cointelegraph Markets Pro e TradingView.

Grafico mensile di BTC/USD (Bitstamp). Fonte: TradingView

Nonostante abbia successivamente recuperato un po' di terreno, BTC/USD scambia adesso in uno stretto range, ben al di sotto della parte superiore del canale di trading del 2022 a quota 46.000$.

Le aspettative erano tendenzialmente elevate per aprile, con la speranza che avrebbe fornito prestazioni migliori, ma alla fine, il mese scorso ha finito per essere il peggiore aprile di Bitcoin, con perdite complessive del 17,3%, come confermato dai dati della risorsa di monitoraggio on-chain Coinglass.

Ritorni mensili su BTC/USD. Fonte: Coinglass

Di conseguenza, è naturale che l'umore tra gli analisti sia altrettanto sottotono.

"Il grafico di BTC è delicato in questo momento, e una rottura al di sotto dei 35.000$ potrebbe causare una corsa alla vendita... Ma non mi fido dei breakdown pattern, in questo range. Nell'ultimo anno, abbiamo osservato short squeeze e trappole di breakout ATH", ha twittato il famoso trader Chris Dunn il 1 maggio:

"Rischioso anticipare, meglio reagire... Mi piacerebbe una liquidazione a 26 mila dollari".

Dunn è tutt'altro che il solo a sperare in un evento di capitolazione che riporti BTC a 30.000$ o meno.

"Per quanto riguarda il discorso capitolazione, credo che Bitcoin debba andare sotto i 30.000$", ha sostenuto l'analista Matthew Hyland in uno dei numerosi tweet circa i volumi su Bitcoin:

"Basso volume da maggio dell'anno scorso ha portato BTC a 30.000$. Basso volume = basso turnover di acquirenti e venditori. Sotto i 30.000$ si sbloccherebbero i compratori che hanno comprato prima dei 65k all'inizio del 2021".

Hyland ha spiegato che i mercati a basso volume siano inclini a vedere oscillazioni di prezzo più elevate, e un calo significativo del prezzo di BTC potrebbe essere necessario per riaccendere l'interesse in mezzo ad una generale mancanza di partecipazione ai livelli attuali.

Per sbloccare un volume maggiore, sarebbe necessario che Bitcoin liquidasse sotto i 30.000$

Sulla base dei livelli di volume tra 20.000$-30.000$ (in cui BTC ha trascorso meno di 3 settimane), non mi aspetterei di eguagliare il profilo di volume che abbiamo visto lo scorso maggio, tuttavia si distinguerebbe ancora rispetto al volume attuale:

Durante il fine settimana, nel frattempo, sono emerse previsione di un ritorno a breve termine in zona 35.000$.

La forza del dollaro statunitense mantiene alta la pressione

Aprile può essere trascorso, ma lo spettro dell'indice del dollaro statunitense (DXY) rimane ancora presente.

Dopo l'unico giorno di consolidamento del 29 aprile, durante la giornata odierna il DXY sta già tentando di innescare il breakout, raggiungendo il suo massimo del 2002.

A 103,4 al momento della stesura, il DXY non mostra segni di un pullback immediato, con grande delusione da parte dei Bitcoiner in balia della correlazione inversa.

Grafico mensile dell'indice del dollaro americano (DXY). Fonte: TradingView

"Al momento, la relazione inversa tra Bitcoin e il DXY [...] afferma che se l'indice si mantiene al di sopra del livello di resistenza 102 del DXY, ciò potrebbe indebolire Bitcoin, portandolo a ritracciare in area 35.000$ o più in basso, soprattutto se l'aumento del DXY sia effettivamente attribuito all'inasprimento della politica monetaria", illustra l'ultima newsletter Uncharted della società di analisi on-chain Glassnode.

Il livello dei102 non ha opposto resistenza per il DXY, che potrebbe guadagnare ancora di più se la Fed dovesse decidere per un ulteriore rialzo dei tassi.

"L'andamento del dollaro dipende in larga misura dalla linea d'azione della Fed. L'aumento dell'inflazione e il potenziale aumento dei tassi di 50bps all'inizio di maggio potrebbero rafforzare il DXY", ha aggiunto Glassnode.

Come recentemente riportato da Cointelegraph, nelle ultime settimane altre importanti valute mondiali hanno sofferto insieme alle crypto in controvalore con il dollaro americano, con particolare attenzione allo yen giapponese. Il Giappone, a differenza degli Stati Uniti, continua a stampare grandi quantità di liquidità, svalutando ulteriormente la sua moneta.

Trader: L'offerta illiquida supera l'importanza del calo dei prezzi

La settimana scorsa si è siglato un nuovo record per l'offerta di Bitcoin inattiva da almeno un anno: il 64%.

Tra gli hodlers maturi – o almeno tra chi ha comprato prima del minimo di luglio 2021 vicino ai 28.000$ – c'è quindi una forte determinazione a non capitolare ancora.

Ad oggi si aggiungono ulteriori dati positivi, giunti sotto forma di offerta illiquida.

Secondo l'indicatore Illiquid Supply Change di Glassnode, le ultime settimane hanno prodotto grandi aumenti nel segmento complessivo dell'offerta di BTC non più disponibile per l'acquisto.

Ne consegue l'Illiquid Supply Change che sta raggiungendo livelli che non si vedevano dalla fine del 2020, quando BTC/USD ha iniziato a mostrare i primi segnali di uno "shock dell'offerta" imminente, mentre i partecipanti al mercato si ammassavano in ciò che era già una asset class fortemente detenuta.

"Questo valore sta raggiungendo picchi elevati, che abbiamo visto anche nel 2020 (durante l'accumulo). In definitiva, un gran numero di monete sono 'illiquide', il che si aggiunge al potenziale di un possibile shock dell'offerta", ha riferito Michaël van de Poppe, collaboratore di Cointelegraph.

Continuando, Van de Poppe ha sostenuto che l'indicatore "dica molto" e potrebbe anche risollevare gli animi a seguito di un plausibile ribasso a quota 30.000$.

"Sì, il mercato può ancora fare un nuovo minimo inferiore in cui il bear market continua (c'è da dire che il bear market delle altcoin è attivo da un anno, il che significa che gli investitori al dettaglio sono andati via) e una rivisita dei 30.000$ sia possibile. Ma, fondamentalmente, i dati affermano molto", ha aggiunto.

Grafico dell'offerta illiquida di Bitcoin. Fonte: Glassnode

Il sentiment delle criptovalute "supera" la macro

In ciò che potrebbe essere considerato un risvolto positivo nelle circostanze attuali, il sentiment delle criptovalute sta già puntando a livelli più alti questa settimana, anche se il sentiment del mercato tradizionale rimane instabile.

Il Crypto Fear & Greed Index, dopo aver segnato i minimi bisettimanali a 20/100 la scorsa settimana, si trova adesso al di fuori della zona di "estrema paura".

Indice Crypto Fear & Greed (screenshot). Fonte: Alternative.me

A 28/100, l'indice Crypto è ora anche al di sopra della sua controparte finanziaria tradizionale (TradFi), il Fear & Greed Index, che alla giornata odierna riporta un valore di 27/100.

Indice Fear & Greed (screenshot). Fonte: CNN

Se l'indice Fear & Greed crypto continua ad adempiere alla funzione di indicatore principale dei movimenti di mercato a venire, ci si potrebbe aspettare un modesto sollievo, considerando 28/100 come il valore migliore dal 17 aprile.

Le opinioni qui espresse sono esclusivamente dell'autore e non riflettono necessariamente quelle di Cointelegraph.com. Ogni investimento comporta dei rischi: dovresti condurre le tue ricerche prima di prendere una decisione.