In una recente intervista con Financial News, tre importanti economisti statunitensi hanno rilasciato dichiarazioni fortemente negative sulle probabilità di sopravvivenza del Bitcoin (BTC). Joseph Stiglitz, Kenneth Rogoff e Nouriel Roubini sostengono infatti che il Bitcoin fallirà come moneta, criticando in particolar modo la sua forte volatilità e la totale assenza di valore intrinseco.

Stiglitz, vincitore del Premio Nobel per l'economia e professore presso la Columbia University, ha anche condannato l'anonimato della criptovaluta, affermando che contraddice l'idea stessa di "sistema bancario trasparente". Secondo l'economista infatti il Bitcoin permetterebbe di portare a termine "attività nefaste" che "nessun governo permetterebbe". L'unico motivo per cui gli organi internazionali di regolamentazione non hanno ancora adottato normative più stringenti è il volume ancora relativamente ridotto dei mercati:

"Quando [i mercati delle criptovalute] diverranno considerevoli, useranno il martello".

Rogoff, vecchio economista capo del Fondo Monetario Internazionale (IMF) e professore di Harvard, ha ribadito la propria opinione negativa sul Bitcoin, affermando che entro i prossimi dieci anni il valore della moneta arriverà a 100$. Ha poi messo in guardia gli investitori, spiegando che "le persone al potere" si occuperanno di regolamentare qualsiasi "transazione anonima".

Roubini, economista presso la New York University, conosciuto nel settore con il nome di "Dr. Doom" per aver previsto la crisi finanziaria del 2008, ha sostenuto che il Bitcoin non soddisfa alcun requisito del denaro tradizionale. L'uomo ha inoltre criticato la forte volatilità della moneta, affermando che questa "non viene nemmeno accettata alle conferenze sul Bitcoin: come può qualcosa che crolla del 20% un giorno e impenna del 20% il successivo essere considerata una riserva di valore?"

Proprio come suggerito da Stiglitz, recentemente alcuni governi, come quello della Corea del Sud o dell'Olanda, hanno dichiarato che al momento il fenomeno delle criptovalute non rappresenta un rischio per la stabilità finanziaria a causa del modesto volume di transazioni.