Il presunto ex proprietario dell'exchange di criptovalute BTC-e Alexander Vinnik è stato incriminato e sottoposto ad un "finto" interrogatorio dal pubblico ministero francese. Lo ha dichiarato il suo avvocato Timofey Musatov al quotidiano russo Izvestiya giovedì 30 agosto.

Musatov sostiene che il suo cliente Vinnik sia stato portato in un tribunale in Grecia, dove è attualmente in attesa di estradizione.

Musatov ha dichiarato che il pubblico ministero francese abbia tentato di tenere un "finto" interrogatorio senza informare gli avvocati dell'accusato, cosa che definisce una violazione dei diritti di Vinnik.

Ha inoltre spiegato che secondo la legge greca solo le forze di sicurezza locali possono condurre procedure di investigazione nel paese. L'avvocato di Vinnik chiede ai giornalisti come mai "i cittadini francesi, anche se coinvolti nell'attività del pubblico ministero, possono effettuare delle indagini in un altro paese senza autorizzazione".

Secondo il report di Izvestiya, Musatov non ha specificato di cosa sarebbe stato accusato Vinnik, né ha menzionato le domande che gli sono state poste durante l'interrogatorio.

Vinnik è stato arrestato dalla polizia greca nel luglio del 2017, per ordine del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che lo ha accusato di frode e riciclaggio di 4 mld di dollari in Bitcoin.

Come segnalato a luglio da Cointelegraph, la Francia ha accusato Vinnik di aver "defraudato più di 100 persone in sei città francesi tra il 2016 e il 2018" e ha chiesto la sua estradizione. Lo stesso mese un tribunale greco decise di estradare Vinnik in Francia, ma i suoi avvocati si appellarono contro la decisione presso la Corte Suprema Greca.

Allora, intervenne anche il governo russo, che chiese alla corte di estradarlo nel suo paese d'origine.

Sarà il ministro della giustizia della Grecia a decidere in quale paese verrà estradato Vinnik. La prossima udienza si svolgerà martedì 4 settembre nella Corte Suprema Civile e Penale di Atene.