Il presidente iraniano ha incaricato alcuni funzionari della banca centrale, del Ministero dell'energia e del Ministero delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione di elaborare una strategia nazionale per il mining di criptovalute: la notizia è stata riportata dal portale d'informazione locale ArzDigital.
Il governo iraniano ha recentemente annunciato una politica di ridenominazione per il riyāl, la valuta fiat del Paese, al fine di contrastare l'inflazione che ha paralizzato l'economia del territorio.
Iran tenta di regolamentare il settore delle criptovalute
Questa settimana l'Iran ha anche incluso il concetto di criptovaluta all'interno delle sue regolamentazioni relative al cambio di valuta estera e al contrabbando di denaro.
In questo modo, gli exchange di criptovalute a cui la Central Bank of Iran ha concesso una licenza dovranno operare nell'ambito delle norme che regolano lo scambio di valuta estera.
Sempre questa settimana, la banca centrale e gli exchange locali hanno concordato di cooperare per stabilizzare il mercato del trading di valuta estera. A tal proposito è stata introdotta una disposizione che consente, ove necessario, l'uso di monete digitali per facilitare il cambio di valuta.
Le sanzioni internazionali, unite alla crisi del coronavirus, ha messo a dura prova un'economia nazionale già parecchio in difficoltà.
Criptovalute per aggirare le sanzioni internazionali?
I dettagli della strategia nazionale per il mining di criptovalute non sono ancora stati definiti. Ciononostante, l'Iran ha già fornito 1.000 licenze ai miner del Paese e dato il via libera alla società turca iMiner, che questo mese ha installato un impianto da 6.000 dispositivi nella provincia di Semnan.
Il governo iraniano ha autorizzato il mining di criptovalute come attività industriale già nel luglio del 2019. Inoltre, per aggirare le sanzioni internazionali che soffocano l'economia del Paese, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ha incentivato l'utilizzo di monete digitali.
Lo stesso presidente Hassan Rouhani ha sostenuto l'idea di creare una valuta alternativa, potenzialmente digitale, per allentare la stretta delle sanzioni statunitensi, che egli ha definito "il principale strumento di egemonia e bullismo" contro nazioni più deboli.