Contrariamente a quanto riportato da numerosi portali d'informazione, Starbucks non accetterà pagamenti in Bitcoin (BTC) o altre criptovalute.

La scorsa settimana, l'Intercontinental Exchange (ICE) ha svelato di voler realizzare una nuova "piattaforma globale per asset digitali" in collaborazione con alcune importanti aziende, tra le quali Starbucks appunto. In seguito all'annuncio, numerosi portali d'informazione come Bloomberg e CNBC avevano pubblicato articoli nei quali veniva affermato che Starbucks avrebbe presto permesso l'acquisto di prodotti con monete digitali.

In un'intervista pubblicata in data 3 agosto su Motherboard, un rappresentante della compagnia ha tuttavia precisato che "i clienti non potranno acquistare i propri frappuccini con Bitcoin". L'azienda si è infatti unita al progetto dell'ICE per "convertire asset digitali come Bitcoin i dollari statunitensi, che vengono invece accettati da Starbucks". Ha poi aggiunto:

"Al momento, stiamo soltanto annunciando il lancio di un sistema per trading e conversione di Bitcoin. Continueremo tuttavia a discutere con clienti e organi di regolamentazione, osservando l'evoluzione del settore".

All'interno del comunicato stampa ufficiale, pubblicato lo scorso venerdì, viene inoltre spiegato che il progetto consentirà anche di ottenere future sul Bitcoin in forma fisica:

"Bakkt, piattaforma con sede negli Stati Uniti per lo scambio di future realizzata dall'Intercontinental Exchange, pianifica come componente iniziale dell'offerta il lancio di contratti sul Bitcoin consegnati fisicamente e di un servizio di deposito fisico entro novembre 2018. Tale iniziativa sarà soggetta a revisione e approvazione da parte della CFTC".

Già a maggio di quest'anno alcune fonti avevano svelato al New York Times che l'ICE avesse intenzione di lanciare un servizio per la consegna fisica di contratti future sul Bitcoin. Tali voci di corridoio sono state pertanto confermate la scorsa settimana.

A luglio Mike Novogratz, un vecchio dirigente di Wall Street, ha previsto che per assistere all'adozione di massa delle criptovalute bisognerà attendere "ancora cinque o sei anni".

"Pensa a come operano gli investitori istituzionali. È difficile dire al tuo capo: "Ho dei soldi in posti che non hai mai sentito nominare". Hai bisogno di una banca depositaria conosciuta, come ad esempio una banca giapponese, HSBC, ICE o Goldman Sachs, per far sì che gli investitori istituzionali si sentano a proprio agio."