Secondo alcune voci, Dogecoin potrebbe passare da Proof-of-Work (PoW) a Proof-of-Stake (PoS).

Sappiamo per certo se Dogecoin passerà a PoS? No.
Ritengo personalmente che diventerà un network PoS? Probabilmente no.
Ma trovo comunque interessante discutere di questa possibilità.

In fondo lavoro in questa industria, e faccio del mio meglio per valutare come si evolverà il mercato delle criptovalute e del mining. Se Dogecoin passasse a un sistema PoS, o apportasse altri cambiamenti al metodo di creazione di nuovi blocchi, le conseguenze sul settore del mining sarebbero enormi.

Il mining tramite Scrypt ne risentirebbe

Non discuterò delle probabilità che Dogecoin passi effettivamente da PoW a PoS. Sebbene sia difficile determinare se le recenti voci siano veritiere o meno, sono state sufficienti per far sospendere la produzione di miner di Litecoin (LTC) e Dogecoin (DOGE) da parte di Bitmain.

La domanda a cui voglio rispondere è: "Cosa succederebbe ai miner se Dogecoin passasse a PoS?"

Innanzitutto, il mining tramite Scrypt ne uscirebbe devastato: DOGE rappresenta oltre il 60% delle entrate generate tramite Scrypt. Togliendo Dogecoin, ogni singolo L3+, LT6 e Mini Doge Pro – praticamente ogni macchina che non sia un L7 alimentato da elettricità a 0,04$/kWh – dovrebbe essere scollegato immediatamente.

La difficoltà dei network diverrebbe estremamente instabile, mentre i miner con attrezzature datate decidono se mantenere accesi i loro ASIC o gettare definitivamente la spugna. Il miner Scrypt più efficiente sul mercato – Antminer L7 di Bitmain – vedrebbe la sua redditività ridotta di quasi il 75%: appena 4,83$ al giorno, supponendo elettricità a 0,05$/kWh.

Per quanto riguarda invece i miner che non godono di una tariffa elettrica di grado industriale? A 0,10$/kWh, un L7 9050M – un dispositivo da 9.000$! – guadagnerebbe soltanto 0,72$ al giorno. Accidenti! Chi ha recentemente acquistato un L7 difficilmente riuscirebbe a recuperare il proprio investimento, benché meno generare profitti.

I produttori di ASIC sarebbero costretti ad abbassare i prezzi

Una notevole riduzione della redditività porterebbe inevitabilmente a un crollo del prezzo dei miner L7. Valutando tali dispositivi esclusivamente in base al tempo di ROI previsto, supponendo un profitto di 5$ al giorno, l'Antminer L7 scenderebbe a un prezzo compreso fra 1.825$ (ROI di 12 mesi) e 2.737$ (ROI di 18 mesi): un calo di quasi il 70%.

Quanto velocemente reagirebbe Bitmain? Ridurrebbero i prezzi gradualmente settimana dopo settimana, in modo simile a quanto fatto da Goldshell con i suoi miner negli ultimi mesi? Questa strategia è efficace per massimizzare i profitti ma tende ad adirare i clienti, che vedono il costo di un prodotto acquistato a caro prezzo diminuire molto rapidamente.

Vi sarebbero conseguenze negative anche per i rivenditori di ASIC: molti miner sono infatti anche fornitori di L7. Pure queste entità sarebbero costrette a diminuire significativamente i prezzi. Tuttavia, date le pratiche di scalping condotte di recente – come vendere un KD6 per 60.000$, una macchina che oggi vale poco più di 1.000$ – in pochi verseranno lacrime per questi rivenditori.

Molti miner domestici inonderebbero eBay e piattaforme simili con vecchi dispositivi per il mining tramite Scrypt. Sarebbe una corsa al ribasso, mentre utenti disperati tentano di recuperare quanto più valore possibile da pezzi di silicio e metallo che nella migliore delle ipotesi possono essere usati solo come fermaporta.

Ad ogni modo, il mining di Litecoin sopravviverebbe, dato che gli L7 rimangono redditizi; non ci sarebbe tuttavia molta scelta in merito a quale macchina utilizzare. E dubito che il mercato vedrebbe un nuovo miner Scrypt che possa sfidare L7, per lo meno non nel breve periodo, a meno che non vi sia un miner più efficiente già in fase di sviluppo. In effetti, ci sono voci su un potenziale nuovo miner Scrypt da parte di Bitmain.

Insomma, il passaggio di Dogecoin a PoS causerebbe parecchi disagi nel settore del mining. Ma questo è soltanto un singolo aspetto dell'ecosistema crypto: dovrebbero essere presi in considerazione molti altri scenari.

Cosa accadrebbe alla sicurezza del network? I rendimenti derivanti dallo staking renderebbero DOGE un titolo azionario agli occhi delle autorità? Gli utenti loderebbero il progetto per il cambiamento, oppure passerebbero ad altre criptovalute?

Infine, la mia ipotesi preferita: e se Dogecoin abbandonasse Scrypt e introducesse un proprio algoritmo di mining?

Innovazione e competizione sono salutari per ogni settore

E se ci fosse una rinascita del mining tramite GPU? Dopo il Merge di Ethereum, il costo delle schede grafiche è rapidamente diminuito: se il GPU mining diventasse praticabile, il loro prezzo salirebbe nuovamente alle stelle. Sarebbe uno sviluppo positivo per i puristi del mining, che potrebbero costruire le loro rig per estrarre DOGE. Ma questo scenario non durerebbe a lungo: i tre principali produttori di miner – Bitmain, Goldshell e iBelink – lancerebbero il prima possibile sul mercato degli ASIC progettati appositamente per Dogecoin.

Pian piano tutti passerebbero agli ASIC di queste tre compagnie, in quanto molto più potenti ed efficienti rispetto alle schede grafiche. Assisteremmo a un notevole aumento della difficoltà di mining, proprio come accaduto con Bitcoin (BTC), ed estrarre DOGE tramite GPU smetterebbe di essere redditizio. Ma potrebbe anche aprire le porte a ciò di cui il mercato degli ASIC ha un disperato bisogno: concorrenza.

E se, con la rinascita del mining tramite GPU, entrasse un altro produttore nel mercato? Attualmente Bitmain, Goldshell e iBelink sono le tre principali aziende di questa industria (a dire il vero, è principalmente Bitmain a dominare il settore). Cosa succederebbe quindi se qualche altra azienda riuscisse a commercializzare il proprio miner ASIC di Dogecoin, ottenendo e mantenendo un vantaggio competitivo sulle altre compagnie?

E se quella stessa compagnia decidesse di espandersi verso altri algoritmi, offrendo prezzi onesti? Diamo a Cesare quel che è di Cesare, da questo punto di vista bisogna lodare Bitmain: i loro prodotti sono di alta qualità e relativamente economici. Lo scalping continua ad essere un problema, ma questa è un'altra storia.

Ma c'è anche un altro scenario possibile, in cui gli stessi sviluppatori di Dogecoin sfruttano il nuovo algoritmo per fare soldi. Come? Il progetto potrebbe andare direttamente da Bitmain, Goldshell e iBelink e dire: "Stiamo creando il nostro algoritmo di mining, e siamo disposti a condividere i dettagli con voi. Quanto ci date?"

Quanto pagherebbe Goldshell per riportare in vita un'azienda che di recente ha subito parecchie batoste dal rivale Bitmain? Quanto iBelink per creare un miner ASIC prima della concorrenza, e quanto Bitmain per mantenere il proprio dominio sul mercato?

A volte, nessun cambiamento è la scelta migliore

E se DOGE scegliesse semplicemente di continuare con il mining tramite Scrypt?

Non sarebbe un prospetto emozionante, ma ad oggi sembra la conclusione più probabile. Certo, potrebbero essere apportare alcune modifiche, ma è molto plausibile che Dogecoin continuerà a condividere il medesimo algoritmo di Litecoin.

Ed è probabile anche che Bitmain attenderà di esaurire il proprio inventario di L7 prima di lanciare un miner Scrypt più efficiente; vi è inoltre Goldshell, che lancerà presto il suo "Mini Doge Pro 2" per i miner domestici. L'imminente halving di LTC, unito a miner più efficienti, costringerà i modelli più vecchi a staccare la spina.

I mercati delle criptovalute saliranno e scenderanno. Probabilmente assisteremo a un qualche altro scandalo che coglierà tutti di sorpresa, ma che apparirà ovvio col senno di poi. E ovviamente, i produttori ma soprattutto i rivenditori di ASIC tenteranno di spremere quanto più possibile i miner con prezzi assurdamente alti.

È impossibile sapere cosa succederà con Dogecoin in futuro, ma le criptovalute sono uno dei pochi settori in cui può davvero succedere di tutto. E specialmente nel mining, le cose possono cambiare in fretta.