Il 2020 è stato un anno fenomenale per il mondo crypto: sempre più imprese ed enti stanno implementando a vario titolo queste nuove tecnologie. Le prime pagine dei giornali, comprensibilmente, sono state dominate dagli annunci dei grandi player, come la scelta di PayPal di permettere ai suoi utenti di acquistare e vendere Bitcoin (BTC). Tuttavia, in tutto il mondo sono passati inosservati alcuni importanti sviluppi normativi che potrebbero plasmare il futuro del settore.

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Non si può sovrastimare l’importanza di un quadro normativo chiaro: una legislazione frammentaria e lacunosa di fatto crea una barriera all’ingresso per le imprese che guardano agli asset digitali e alla tecnologia dei registri distribuiti. Attualmente, è evidente che alcuni Paesi dell'Unione Europea e del Sud-Est asiatico abbiano già fatto enormi passi avanti in ambito normativo, approvando regole chiare per i beni digitali, mentre gli Stati Uniti inseguono affannosamente. 

Uno dei passaggi chiave del 2020, quantomeno a livello comunitario, è stata la proposta dell'UE di introdurre un quadro normativo comune per gli asset crypto nei 27 Stati membri. Il regolamento "Markets in Crypto Assets", o MiCA, intende fornire definizioni chiare per una serie di asset digitali e servizi associati. Peraltro, a breve dovrebbe partire un quadro pilota per le infrastrutture di mercato DLT.

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Germania

Alcuni Stati europei hanno compiuto ulteriori passi avanti: la Germania si sta dimostrando uno degli Stati più progressisti dell'Unione in questo ambito. Nel gennaio del 2020, la custodia di asset crypto è stata integrata nel Banking Act tedesco come servizio finanziario regolamentato, concesso dietro richiesta di un'apposita licenza presso l'Autorità Federale Tedesca di Vigilanza Finanziaria. Di conseguenza, molti istituti finanziari stanno per lanciare varie offerte di asset digitali e più di 40 istituti hanno espresso interesse a richiedere una licenza di custodia.

Nell'agosto 2020 il ministero delle finanze tedesco ha pubblicato un progetto di legge sui titoli elettronici. Questa proposta consentirebbe l'emissione di obbligazioni digitali al portatore su un'infrastruttura DLT senza un certificato cartaceo: la legge dovrebbe essere approvata già nel secondo trimestre del 2021, rappresentando uno sviluppo significativo verso un quadro normativo esaustivo per gli asset digitali nel Paese.

Svizzera 

La Svizzera si è affermata come uno Stato molto crypto-friendly, offrendo una normativa chiara sugli asset digitali fin dalle prime fasi del ciclo di vita della tecnologia. A settembre, i parlamentari svizzeri hanno votato per approvare una vasta serie di riforme finanziarie e di diritto societario in merito alla tecnologia DLT. Queste leggi, che entreranno probabilmente in vigore all'inizio del prossimo anno, apriranno ulteriormente le porte all'adozione degli asset digitali nel Paese: aggiornano la legislazione esistente in merito alla negoziazione dei titoli digitali, prevedono la separazione dei beni basati sulla crittografia in caso di fallimento e creano una nuova categoria di autorizzazione per le "strutture di negoziazione DLT" (ovvero gli exchange crypto).

Liechtenstein

Anche altri Stati europei hanno presentato un solido quadro giuridico per la regolamentazione dei beni digitali, come ad esempio il Liechtenstein: il piccolo Principato è stato il primo Paese in Europa a introdurre un quadro giuridico completamente nuovo ed esaustivo per la regolamentazione di blockchain, DLT e token. La “Law on Tokens and Trusted Technology Service Providers”, entrata in vigore il 1° gennaio 2020, segue un approccio innovativo per la regolamentazione delle tecnologie blockchain, che invece di modificare il quadro giuridico esistente consente di tokenizzare qualsiasi diritto o asset, secondo il cosiddetto “Token Container Model”.

Gli Stati Uniti

In contrasto con le normative chiare adottate in tutta Europa, gli Stati Uniti, leader finanziario globale, rimangono in notevole ritardo nella normativa in materia di crypto. Questa arretratezza sta già avendo un impatto notevole sull'adozione degli asset digitali da parte delle istituzioni: basti vedere quanto accade, invece, nelle società che si trovano in giurisdizioni in cui è in vigore un regime di licenze chiaro. Negli ultimi mesi alcune importanti banche, come Standard Chartered, BBVA e Gazprombank Switzerland, hanno annunciato pubblicamente di voler lanciare servizi di custodia crypto: sta diventando chiaro che le banche europee hanno il potenziale per emergere come leader mondiali nel settore.

Questa tendenza non è passata inosservata alle banche statunitensi, che attualmente dominano i mercati globali. Una volta che le autorità di regolamentazione statunitensi si allineeranno e forniranno ai loro istituti di crediti delle linee guida chiare, è probabile che il mercato vedrà una crescita esplosiva anche negli Stati Uniti. I regolatori statunitensi hanno mosso i primi passi verso tale chiarezza normativa a marzo di quest’anno, con l'introduzione da parte del Congresso del Crypto-Currency Act del 2020, che ha fornito alcune definizioni in merito alle categorie dei beni digitali, specificando anche quale organismo di regolamentazione sarebbe responsabile della supervisione.

Per quanto riguarda la custodia degli asset digitali, un importante passo avanti è stato compiuto nel mese di luglio, quando l’Office of the Comptroller of the Currency ha pubblicato una lettera che autorizzava qualsiasi istituto finanziario regolamentato a fornire servizi di custodia di criptovalute, una volta che fossero stati predisposti adeguati processi di gestione del rischio e controlli.

Tuttavia gli altri organismi di regolamentazione statunitensi non si sono mossi, pur essendo ben consapevoli di stare rimanendo indietro rispetto ai Paesi europei ed asiatici. Allo stesso tempo, nel corso dell’anno si sono susseguiti vari rumor in merito ad una possibile regolamentazione: basti vedere le proposte del Tesoro statunitense sui wallet non-custodial e la bozza dello Stable Act, che renderebbe illegale emettere stablecoin senza l'approvazione degli enti governativi competenti. Questo quadro di incertezza ovviamente non aiuta il complessivo sviluppo del mercato degli asset digitali.

Qualora questa mancanza di normative chiare dovesse continuare anche nel prossimo anno, sarà interessante vedere se saranno i singoli Stati a legiferare in materia. Da questo punto di vista è significativo quanto fatto da Kraken, importante exchange con sede a San Francisco, che ha ottenuto una licenza bancaria nello stato del Wyoming: ciò rappresenta potenzialmente un’interessante anticipazione di ciò che potrebbe accadere se le autorità federali non faranno rapidamente dei passi avanti nella regolamentazione del settore. 

Anche gli organi di regolamentazione se ne sono resi conto: gli Stati Uniti stanno perdendo la corsa per il dominio del settore degli asset digitali.

Le opinioni, i pensieri e i punti di vista espressi nel presente articolo sono ascrivibili esclusivamente all'autore e non riflettono o rappresentano necessariamente le opinioni e i punti di vista di Cointelegraph. 

Johannes Kaske è Director of Sales and Business Development presso Metaco, dove si occupa della strategia e dell'implementazione delle operazioni di vendita per tutta la Germania. Prima di entrare in Metaco, ha lavorato per il Ministero degli Affari Digitali dello Stato Bavarese, dove è stato responsabile della strategia Blockchain del governo statale e ha guidato il Bavarian Center for Blockchain. Johannes si è laureato alla ESADE Business School di Barcellona con un Master in management internazionale.