La recente detenzione di John McAfee in Spagna è solo l’ultima di una serie di notizie che, in poche settimane, hanno riportato al centro dell’attenzione il rapporto del mondo crypto con le normative, i divieti, gli arresti e gli hack contro gli exchange. 

Questo tipo di news non si sentiva da un po' di tempo: in passato l’ambiente sarà anche stato pieno di truffe e di malintenzionati, ma il mondo post-BlockFi, post-Grayscale è completamente diverso. 

La recente ondata di notizie legate al crimine e ai procedimenti giudiziari suggerisce che il settore si sta ripulendo per andare verso un futuro più luminoso? Le autorità di regolamentazione stanno finalmente recuperando il ritardo sulla realtà? Oppure questo dovrebbe suggerirci che, a prescindere dalla maturazione dell’ecosistema, il denaro nel settore crypto si rivelerà sempre allettante per i criminali? 

Il ritorno dei divieti, degli hack, degli arresti e delle azioni esecutive

Dopo un anno di discussioni, la Financial Conduct Authority del Regno Unito ha deciso che i derivati crypto fossero "inadatti per i consumatori retail a causa del rischio che rappresentano". La vendita di questo tipo di prodotti e di Exchange Traded Notes (ETN) ai piccoli investitori nel o dal Regno Unito sarà vietata a partire dall'inizio del prossimo anno

L'annuncio è arrivato martedì 6 ottobre, lo stesso giorno in cui McAfee è stato fermato in un aeroporto spagnolo. Ora attende l'estradizione negli Stati Uniti, ove pesano su di lui capi d'accusa che comportano una pena detentiva di 30 anni. 

Recentemente, inoltre, la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) ha presentato un'azione legale presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Sud di New York contro BitMEX e i suoi proprietari: sostiene che la piattaforma di trading non regolamentata abbia violato una serie di regolamenti CFTC, inclusa la mancata implementazione di procedure antiriciclaggio (AML). 

Il Dipartimento di Giustizia ha citato in giudizio il CEO di BitMEX, Arthur Hayes, così come i co-fondatori Ben Delo e Samuel Reed.

Il presidente della CFTC, Heath Tarbert, si è espresso molto duramente in un comunicato stampa:

"Se vogliamo che gli Stati Uniti siano un leader globale in questo settore, è fondamentale sradicare attività illegali come quella presunta in questo caso. Prodotti finanziari nuovi e innovativi possono prosperare solo se c'è integrità nel mercato. Non possiamo permettere che i malintenzionati che infrangono la legge ottengano un vantaggio sugli exchange che fanno la cosa giusta rispettando le nostre regole."

La Securities and Exchange Commission americana (SEC) ha vinto la battaglia legale che la vedeva opposta alla piattaforma di messaggistica canadese Kik. L’autorità di regolazione aveva presentato una denuncia contro la società in merito alla vendita di token da 100 milioni di dollari avvenuta nel 2017, sostenendo che essa violasse le leggi sui titoli. Il 30 settembre, un giudice ha emesso una sentenza favorevole alla SEC.  

Alla fine di settembre, invece, la notizia più importante è stata quella dell'hack subito dall’exchange di Singapore KuCoin, cui sono stati sottratti circa 200 milioni di dollari. Le falle nella sicurezza degli exchange non sono state così discusse quest'anno come nel 2019 però, quando si sono verificati 12 importanti hack, con circa 300 milioni di dollari di asset digitali rubati. 

Il 2019, infatti, è stato l'anno peggiore finora per i security breach, a partire da quello di Cryptopia del 14 gennaio. Nel 2018 ne sono avvenuti nove, mentre nel 2020 non sono stati un elemento di rilievo nelle notizie crypto, presumibilmente perché gli exchange meno sicuri sono già stati violati e le pratiche di sicurezza stanno migliorando

Ve lo ricordate il 2017-2018?

Di solito, le notizie crypto di questo periodo tendono a seguire i risultati trimestrali di Grayscale ed i movimenti di prezzo di Bitcoin (BTC): quest'anno, però, notevole spazio è stato dato all’hype per la DeFi. A parte gli exploit e i token-meme, la finanza decentralizzata sta crescendo a velocità impressionante: riuscirà a portare servizi “bancari” anche a chi è escluso dal sistema finanziario tradizionale? Questa è una delle maggiori promesse che il mondo crypto non ha ancora mantenuto.  

Le notizie attuali ricordano un po’ il periodo tra 2017 al 2018, quando alcune ICO truffaldine hanno spaventato i mercati e il crypto-crime era considerato quasi inevitabile in nome di una futura maturità del settore. 

I regolatori stanno recuperando il ritardo? 

È passato molto tempo da quando il mondo crypto è stato investito da così tante notizie di azioni legali, divieti e hack degli exchange. Forse quello a cui stiamo assistendo è la fase finale dell’intervento con cui forze dell’ordine e agenzie di regolamentazione hanno posto fine alla “era delle ICO”.  

L’ultima parola sulla controversia giuridica legata alla vendita del token Kin della piattaforma Kik è arrivata nello stesso giorno in cui Salt Lending ha accettato un patteggiamento con la SEC in merito alla propria ICO da 47 milioni di dollari nel 2017.

Se finalmente sta calando il sipario sull'era dell'ICO, è quantomeno ironico che uno dei suoi sostenitori più rumorosi, McAfee, si trovi ad affrontare capi d’accusa simili. McAfee è ovviamente innocente fino a prova contraria, ma il destino delle ICO appare ormai certo. L'Howey Test sarà anche un meccanismo antiquato, ma la legge è questa.

Il fatto che le autorità governative abbiano intensificato i propri sforzi nel medesimo momento potrebbe indicare una cospirazione tra le forze dell'ordine e le autorità di regolamentazione finanziaria per ripulire il mondo crypto o per cercare di prenderne il controllo. 

Va detto, però, che i teorici della cospirazione devono prima dimostrare che le cospirazioni sono astrattamente possibili e poi che ne esista concretamente una. Un bias logico in chi crede nelle teorie del complotto è che spesso esse richiedono abilità che non esistono. L'incompetenza umana tende ad essere d'intralcio. 

Anche se potremmo pensare che non sia solo una coincidenza che tutti questi problemi siano venuti a galla tutti in una volta, è più probabile che gli sforzi delle autorità abbiano prodotto i loro frutti in modo naturale, senza che vi fosse un coordinamento tra forze dell’ordine per mettere in riga il settore. Molti di questi procedimenti e indagini erano difatti in corso da diversi mesi. 

Il futuro è già chiaro?

Gli eventi delle ultime settimane ci dimostrano chiaramente che il mondo crypto non può esistere al di fuori della portata della legge. Le regole possono essere antiquate, ma con il tempo cambieranno. Con il tempo, anche il settore crypto cambierà. 

Anche se il 2019 è stato un anno da record per gli hack degli exchange, sembra che abbia anche inaugurato un senso di maggiore maturità, in gran parte prolungatasi fino al 2020. La DeFi potrebbe essere una cosa frivola, ma si poggia su una funzione fondamentale per la tecnologia blockchain. 

Speriamo che le autorità di regolamentazione stiano studiando approfonditamente il funzionamento del settore e che possano chiudere alcune delle truffe che affliggono il settore dal 2017. 

Forse stiamo vedendo il canto del cigno del “vecchio” mondo crypto. Speriamo non sia davvero l’ultimo.  

In ogni caso, stiamo parlando di nuovo di hack e di criminalità. Devo dire che tutto ciò fa molto 2018.

I punti di vista, i pensieri e le opinioni espresse nel presente articolo sono ascrivibili solo all'autore e non riflettono necessariamente i punti di vista e le opinioni di Cointelegraph.

Paul de Havilland è un fan della tecnologia ed investitore in startup. Ha accumulato esperienza scrivendo di asset tradizionali e moderni, e cura editoriali di politica e di sviluppo. Inoltre è appassionato di violino ed opera classica.